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Vacanze col vaccino: ma nelle zone balneari c'è il nodo della seconda dose

Gianluca De Rosa

A Forte dei Marmi e Arzachena i sindaci spiegano che l'idea di somministrare dosi ai turisti potrebbe avere successo. Ma occorre un sistema di coordinamento

Vaccini e vacanze, il problema è tutto qui. Secondo le stime sarebbero 15 milioni gli italiani che dovranno ricevere la seconda dose di vaccino tra luglio e agosto. Tre dei quattro vaccini attualmente autorizzati in Italia – AstraZeneca, Pfizer e Moderna – infatti prevedono due inoculazioni per completare il ciclo vaccinale. Come fare? Da giorni si parla della possibilità di aprire le vaccinazioni nei luoghi di villeggiatura. In particolare nelle città balneari che spesso moltiplicano esponenzialmente la loro popolazione nel corso dell’estate. Fino ad adesso però si tratta di poco più di una suggestione, anche se il tema è stato già affrontato e sarà ripreso presto dalla struttura commissariale. Intanto i sindaci dei principali comuni balneari della Penisola attendono di capire cosa succederà, tra speranza e preoccupazione.

 

Bruno Murzi, sindaco di Forte dei Marmi, dove gli abitanti si sestuplicano d’estate passando da 7 mila a circa 40 mila, è favorevole all’idea: “Per la nostra economia il turismo è un cardine e poter dire ‘venite e vi vacciniamo’ sarebbe un enorme valore aggiunto”. Murzi è anche convinto che l’operazione sia realizzabile.  “Da un punto di vista logistico-organizzativo – dice – se cominciassimo in tempi rapidi iniziando a darci da fare da subito sono convinto che potremmo riuscirci. Il problema, semmai, è quello di trovare un modo per far interfacciare i sistemi di prenotazione regionali. Facendo un esempio: come farà un milanese a prenotare la seconda dose in Toscana?”. Secondo il primo cittadino di Forte dei Marmi la conclusione del ciclo vaccinale rischia di rappresentare un forte ostacolo anche al turismo interno. “Per questo – sostiene – dovremmo almeno tentare questa strada, chiaramente avendo la certezza di avere i vaccini a disposizione. Si potrebbe pensare anche a dei grandi hub vaccinali vicini a diversi luoghi di villeggiatura, qui in Versilia ad esempio avremmo due centri adatti, già allestiti e capaci di fare più di mille somministrazioni al giorno, uno a Viareggio e uno a Marina di Carrara. In questo modo si risolverebbe tutto in un pomeriggio senza costringere le persone a tornare nelle città d’origine. Però bisogna fare in fretta altrimenti diventa impossibile riuscirci”.

  

Meno possibilista e molto più preoccupato il sindaco del Comune di Arzachena, Roberto Ragnedda: “Le persone che hanno qui le loro seconde case hanno già cominciato a chiamarci per sapere se potranno fare le seconde dosi da noi, e su questo stiamo lavorando, ma vaccinare tutti quelli che verranno sarà molto difficile”. Il comparto turistico di Arzachena è il primo in Sardegna per numero di presenze – parola che in questo contesto significa il numero totale di notti trascorse da tutti i turisti . Oltre 1 milione e 220 mila (su 10 milioni circa nell’isola) quelle registrate lo scorso anno nelle 160 strutture alberghiere ed extra alberghiere, senza contare le presenze nelle 2 mila seconde case sparse nei borghi di Cannigione, Baja Sardinia, Porto Cervo, Liscia di Vacca e nell’agro. Numeri giganteschi che preoccupano il primo cittadino del comune che nei mesi invernali conta solo 14 mila abitanti. Per Ragnedda la priorità devono essere gli oltre 6 mila lavoratori stagionali che lavorano in stabilimenti, albeghi, ristoranti e bar della zona. “Dobbiamo completare le vaccinazioni per i residenti e per tutti gli operatori del comparto turistico e del commercio – dice –, così da garantire vacanze sicure a chi sceglierà la nostra destinazione e maggiori tutele sul lavoro per gli stagionali”. Il primo cittadino punta sulla vaccinazione di chi ad Arzachena possiede una seconda casa, molto meno per chi viene nel comune sardo per passare solo qualche giorno. “Per quanto riguarda i non residenti domiciliati ad Arzachena, stiamo già provvedendo a includerli nei nostri elenchi – spiega – invece, per i turisti, guardando ai numeri e alla reale situazione in cui si trova ora la Sardegna, dubito che sia possibile far fronte alla somministrazione della seconda dose. Sono circa 300 mila le persone che transitano nei nostri luoghi di villeggiatura durante l’estate, l’80 per cento concentrato a luglio e agosto. Il centro vaccini ad Arzachena è efficiente grazie al lavoro di squadra del nostro staff amministrativo, dei medici della Ats, dei medici di base volontari e della protezione civile locale, ma non reggerebbe al flusso di decine di migliaia di persone da gestire in una manciata di settimane”. Il discorso cambierebbe se a supporto dei comuni balneari ci fosse l’impegno dello Stato. “Certo – ammette Ragnedda – se arrivassero aiuti dalla Protezione civile nazionale, con nuovo personale da impiegare per rafforzare il nostro hub e la certezza di forniture veloci dei sieri necessari, allora potremmo riconsiderare la questione”.

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