Il rischio di semplificare troppo
Roma Capitale cerca personale. Ma il concorsone non torna
Il maxi concorso di Raggi è il primo banco di prova della riforma Brunetta: più di 200 mila persone per 1.470 posti selezionate attraverso una sola prova digitale a crocette
Un maxi concorso in tempi brevissimi nella Roma amministrata da Virginia Raggi. Cosa mai potrà andare storto? Il bando di Roma Capitale per selezionare 1.470 figure professionali da inserire nell’apparato amministrativo si chiuderà fra tre giorni. Prima che fosse riaperto, lo scorso 23 aprile, erano già 177 mila i candidati: con questa nuova finestra temporale ci si aspetta che le domande superino di gran lunga quota 200 mila. Per snellire al massimo le procedure, come consentono le recenti norme del ministro Renato Brunetta che hanno sbloccato e riformato i concorsi pubblici, il Campidoglio ha scelto quella che sembra la strada più rapida per reclutare le sue nuove leve: nessuna preselezione, nessuna valutazione per titoli, una sola prova scritta, digitale, della durata di 60 minuti con 60 domande a risposta multipla. Per entrare in graduatoria servirà raggiungere una votazione minima di 21 su 30.
Una semplificazione radicale che però solleva più di un dubbio, anche tra chi parteciperà al concorso. Per esempio, il fatto che a parità di merito saranno favoriti i titoli di preferenza: mutilati e invalidi, orfani di guerra, ex militari, persone con figli a carico e dipendenti già in servizio nelle amministrazioni pubbliche, come prevede un vecchio decreto del presidente della Repubblica del 1994. Un decreto che nasce con una funzione evidentemente assistenziale verso alcune categorie di persone svantaggiate, che tuttavia, senza essere affiancato da una prova orale o da una preselezione per titoli, appare inadeguato per selezionare tra così tanti partecipanti i migliori candidati che dovranno dare una spinta all’amministrazione arrugginita della Capitale.
Facciamo un passo indietro. Il maxi concorso, atteso da più di un anno, è stato bloccato dalla pandemia. Nelle intenzioni della sindaca, la selezione dovrebbe chiudersi con l’assunzione dei vincitori entro la fine dell’estate. Tempi strettissimi, resi possibili dalle semplificazioni introdotte da Brunetta in un recente decreto del governo, bersaglio di critiche perché, oltre a ridurre il numero di prove, stabilisce anche che per l’ammissione ai concorsi può bastare una valutazione dei titoli di studio. Una possibilità che invece Raggi ha scartato perché, è il senso della scelta, sarebbe discriminatoria per chi non ha un curriculum di esperienze e formazione. Meglio dunque spalancare le porte per rendere più democratico il concorsone, a costo di dovere poi ricorrere ai vecchi titoli di preferenze per valutare i centinaia di ex aequo che si avranno in graduatoria.
D’altra parte, l’alibi di fare in fretta ha più di una giustificazione. La buona riuscita del Piano nazionale di ripresa e resilienza passa anche da Roma, “e per questo l’amministrazione deve farsi trovare pronta, con tutto il personale necessario a sostenere l’implementazione del Recovery Plan e delle misure di rilancio dell’economia ad esso collegate”, ha detto Raggi. In questo caso, per la “rigenerazione della sua macchina amministrativa”, Roma cerca vigili urbani, funzionari amministrativi, avvocati, assistenti sociali e personale educativo scolastico.
Al netto di ricorsi e contenziosi, che sono già oggetto di animate discussioni nei gruppi nati sui social in cui sono riunite diverse migliaia di candidati, c’è anche l’aspetto logistico a pendere su una chiusura celere del concorsone. I test dovrebbero svolgersi dal 7 giugno ai primi di luglio alla Fiera di Roma, ma visto il numero di candidati non sarà possibile tenere più di due sessioni al giorno. L’aspetto sanitario, fra tamponi, sanificazioni e distanziamento sarà centrale nello svolgimento delle prove, secondo quanto previsto dal protocollo per lo svolgimento dei concorsi pubblici validato dal Comitato tecnico scientifico a fine marzo. E su questo, almeno, l’intenzione è di non permettersi distrazioni. Sulla buona riuscita del concorso non ha investito solo Raggi, ma anche il ministro Brunetta, che con la sindaca si è confrontato prima che fosse riaperto il bando. Per la sua riforma dei concorsi pubblici, quello di Roma Capitale sarà il primo vero banco di prova.