L'Azelio capitale. "Per la targa ci avevano dato il nome sbagliato", dicono i marmisti
Il titolare della ditta responsabile spiega: "Dopo la consegna nessuno ci ha detto niente. Complotto contro la Raggi? Ci abbiamo pensato anche noi". Ricostruzione di una gaffe di stato
“Stendiamo un velo pietoso. È in comune che è stato fatto l’errore, però ormai è una storia chiusa, lasciamo perdere”. Alla Simonedil Srl non hanno molta voglia di parlare. È comprensibile. Chi d'altronde vorrebbe associare il proprio nome ad una gaffe così clamorosa? È qui, ai Castelli romani, sulla via che collega Velletri ad Artena, che è stata realizzata la targa intitolata a “Carlo AzeLio Ciampi”, la figuraccia colossale che ha fatto vergognare Virginia Raggi davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il dettaglio topografico non è inifluente, ma ci arriviamo con calma. La ditta comunque ha vinto negli ultimi anni diversi appalti comunali tra cui, per circa 76mila euro, quello per “la realizzazione, l’installazione e la manutenzione delle targhe toponomastiche in marmo delle vie e delle piazza di Roma Capitale”. Gara valida per il triennio 2018-2019-2020, ma, visto l’accaduto, probabilmente prorogata. Nonostante la comprensibile reticenza di titolare e dipendenti proviamo a domandare. È stata colpa vostra? “Ecco, questo assolutamente no. Noi abbiamo ricevuto la mail dall’ufficio del comune con il nome sbagliato e per questo abbiamo fatto la targa così”.
Certo l’errore era grossolano. “Non ce ne siamo accorti è vero, ma quello – ‘Azelio’ – è stato il nominativo che ci hanno dato. Poi evidentemente non ha più controllato nessuno: noi prima avevamo inviato anche una bozza, e poi consegnato la targa, ma nessuno ci ha detto niente”. Alcuni fedelissimi della sindaca parlano più o meno apertamente di un complotto. “Ammetto che per come sono andate le cose ci abbiamo pensato anche noi, forse qualcuno vuole mettere in difficoltà la Raggi, noi comunque, questo lo scriva, abbiamo subito portato la lastra con l’incisione corretta”.
Qui, come dicevamo, entra in gioco il fattore geografico. Nei giorni scorsi dallo staff della sindaca spiegavano che il cerimoniale si è accorto già la mattina del refuso e ha subito chiamato la ditta. “Purtroppo sono a Velletri e non sono riusciti a fare in tempo”. Dall’azienda di Artena confermano questa versione: “Ci hanno chiamato la mattina stessa della cerimonia per dire che la targa era sbagliata, abbiamo preso il furgoncino e ci siamo precipitati”. La cerimonia era già cominciata e i poveri dipendenti dell’azienda si sono ritrovati a battibeccare invano con i vigili che chiudevano la strada per arrivare al nuovo Largo.