La decisione di Draghi
Cashback arrivederci. Bonus per quasi 6 milioni di italiani, ma adesso si cambia
L'annuncio del premier durante la Cabina di regia: "Stop da luglio per 6 mesi, correggiamo le storture". I rimborsi in arrivo entro agosto. Per lo stato un risparmio di circa 3 miliardi di euro
L'orizzonte era stato fissato al giugno 2022 e invece il Cashback è già ai titoli i coda. Nella cabina di regia di ieri, il premier Mario Draghi ne ha annunciato la sospensione: “La fermiamo dal primo luglio, e proviamo a correggerne le storture”.
In concreto vuol dire che non si potranno più chiedere rimborsi, almeno per i prossimi sei mesi. Se ne riparlerà forse all'inizio del prossimo anno. La decisione non avrà effetti sui bonus maturati fino al 30 giugno, che saranno erogati nei prossimi giorni, ma intanto quello che era stato uno dei provvedimenti bandiera del governo Conte 2 viene archiviato. Il programma era stato varato lo scorso dicembre, in occasione delle festività natalizie, all'interno delle iniziative del Piano Italia Cashless previste dalla Legge di Bilancio 2020 e dal Decreto 24 novembre 2020, il n. 156 emesso dal Mef, con lo scopo di incentivare l’uso di carte e app di pagamento e prevedeva un rimborso del 10 per cento sugli importi pagati dagli utenti attraverso transazioni digitali, ma effettuate fisicamente, escludendo quindi gli acquisti online.
Nelle intenzioni del BisConte era anche una manovra attraverso cui combattere l'evasione e i pagamenti in nero, essendo basata sulla tracciabilità delle transazioni. Tuttavia, sin dalla sua attuazione, il Cashback non aveva raccolto pareri unanimi, in Italia e non solo. Già a dicembre la Bce aveva sollevato dubbi, evidenziando il “potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti e in quanto compromette l’obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili”.
Anche tra le forze politiche non sono mancate in questi mesi le critiche, con Lega e Forza Italia in prima fila a mettere in dubbio i benefici di una manovra da circa 5 miliardi euro: le forze di centro-destra ne sottolineavano le contraddizioni – per esempio il fatto che una misura pensata per agevolare il commercio di prossimità, escludendo l'e-commerce, fosse aperta anche alla grande distribuzione –, e la mancata valutazione rispetto ad usi alternativi per gli stessi stanziamenti. La decisione presa ieri dalla Cabina di regia apre adesso nuovi scenari, con un risparmio per lo stato quantificato intorno ai 3 miliardi di euro che potranno essere destinati ad altri scopi (o ad altre modalità). In attesa di capire se l'anno prossimo rivedremo il Cashback, magari in forma rimaneggiata, senza quelle “storture” che ne hanno determinato la sospensione.
Le regole del Cashback
La legge prevedeva per il programma un arco temporale di un anno e mezzo suddiviso in tre periodi: i primi sei mesi del 2021, fino al 30 giugno; altri sei mesi fino a dicembre 2021, e una terza fase fino al 30 giugno 2022. Gli aderenti all'iniziativa, su base volontaria attraverso l'App Io o altri sistemi convenzionati, potevano ottenere un rimborso del 10 per cento degli importi spesi a fronte di un minimo di 50 pagamenti in un semestre, fino a un massimo di 150 di rimborso complessivo. A questo si aggiungeva la possibilità, per i primi 100 mila utenti per numero di transazioni effettuate di ottenere un ulteriore bonus una tantum, il Super Cashback, dal valore di 1500 euro.
I rimborsi in arrivo e i numeri del Cashback
Al programma hanno aderito, al 29 giugno, 8.940.524 italiani per un totale di 799.803.400 transazioni elaborate, mentre sono circa 6 milioni i cittadini che hanno effettivamente raggiunto il numero di 50 transazioni necessarie per ricevere il bonus. Questi vedranno accreditarsi l'importo dovuto sull'iban indicato al momento dell'iscrizione entro il 30 agosto. In particolare quasi un iscritto su tre, parliamo del 30,3 per cento della platea, ha effettuato oltre 100 transazioni.
Quanto al tipo di transazioni, consultando i dati dell'app Io, si ricava che la fetta più consistente degli utenti, un'italiano su 5, abbia ricorso al Cashback per acquisti con un importo compreso tra i 25 e i 50 euro, mentre il 16, 3 per cento ha usato i pagamenti digitali spendendo al massimo 5 euro. Un dato in qualche modo significativo, se si considera che fino a qualche mese fa erano tanti gli esercizi, al di fuori della grande distribuzione, a rifiutare pagamenti dall'importo così basso. Le transazioni di questo tipo sono state circa 120 milioni. Al contrario, solo lo 0,84 per cento delle operazioni risulta superiore ai 300 euro.