I Maneskin in Campidoglio. La Raggi li accoglie come fossero il Papa
Omaggiati dalla sindaca e dai fan, i vincitori dell'Eurovision hanno ricevuto la lupa capitolina. L'anno prossimo suoneranno al Circo Massimo. Sul green pass: "Siamo felici di tornare a suonare dal vivo"
Raramente in Campidoglio negli ultimi anni il protocollo è stato così serrato. Prima dei Maneskin la stessa chirurgica precisione era stata riservata a Papa Francesco e all’allenatore della Roma Josè Mourinho. Una implicita gerarchia dei tempi.
D’altronde il gruppo è ormai una gallina dalle uova d’oro. La vittoria dell’Eurovision, le classifiche scalate in mezzo mondo, gli articoli d’elogio persino sul New York Times. A chi dunque, se non ai quattro ragazzi di Monte Verde, che da pischelli suonanti su via del Corso sono assurti a rockstar di fama internazionale, elargire la lupa capitolina, il massimo riconoscimento per i romani che onorano la città? Recentemente lo avevano ricevuto il musicista Ezio Bosso e Gigi Proietti (solo nel caso dell’attaccante della Lazio Ciro Immobile, vincitore della scarpa d’oro, la lupa fu tramutata in Marco Aurelio “capitolino”).
E dunque Virginia Raggi non ha perso l’occasione. Mente un’orda di giovanissimi fan cantava “zitti e buoni” sotto il sole battente su piazza del Campidoglio, la sindaca ha accolto la rockband con i massimi onori e un programma cadenzato al minuto: ore 10 accoglienza in Campidoglio dall’ingresso di San Pietro in Carcere con photo opportunity, ore 10.45 affaccio di sindaca e musicisti dal balcone sui fori, ore 11 consegna della lupa capitolina in un aula Giulio Cesare con tanto di regia in sala e schermi ovunque. Domande di rito, selfie dei consiglieri con le star, poi l’annuncio fatto dalla più loquace della band, Victoria De Angelis: “Abbiamo una bella sorpresa, anche per festeggiare questa onorificenza: l'anno prossimo suoneremo al Circo Massimo".
Sul vaccino, invece, nessuna risposta ai cronisti. Qualcosa la bassista dei Maneskin l’ha detta sul green pass: “Finalmente torneremo a suonare in giro per l'Europa. Ogni paese, in tema di restrizioni, ha le sue misure, ma sono utili perché ci permettono e ci aiutano a tornare a suonare dal vivo, siamo felici”.