Qui pro quo?
Un detergente "stupefacente". Cos'è il Gbl, la droga dello stupro
La pericolosa sostanza, vietata in Italia, al centro di casi di cronaca e sospetti equivoci
C’è chi lava i piatti con il detersivo e chi con una sostanza stupefacente. Almeno, questa è la versione di Claudia Rivelli, attrice di fotoromanzi e sorella di Ornella Muti. La 71enne è stata arrestata perché trovata dai Carabinieri in possesso di tre flaconi da un litro di Gbl, anche nota come “droga dello stupro”. A nulla è valsa la giustificazione della donna, che vive da sola con la domestica: “Ci pulisco l’auto e l’argenteria: mia madre la usa da tempo, l’ha comprata mio figlio”. La storia è emersa il 15 settembre grazie a un controllo su un pacco sospetto, diretto al figlio della donna, che vive in Regno Unito. Poi, il blitz nella casa di Rivelli, nell’elegante quartiere romano della Camilluccia, e la scoperta della droga. La donna ora dovrà rispondere di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Cos’è la droga dello stupro?
La droga dello stupro, anche nota come liquid ecstasy, Ghb (gamma-idrossibutirrato), Gbl (gamma-butirrolattone) o Bd (butandiolo), è una sostanza che si può presentare o come polvere incolore o come liquido inodore, dal sapore leggermente salato/saponoso, quasi impercettibile. Sono idrosolubili e, per queste loro caratteristiche, si prestano a essere “nascosti” nelle bevande. Dopo pochi minuti, circa un quarto d’ora, si inizia a manifestare uno stato di eccitazione, che rapidamente muta in stanchezza e debolezza. Inoltre, se si sono assunte altre droghe, ne rafforzano gli effetti. Al risveglio, è frequente la perdita di memoria; la sostanza, per giunta, resta poco nell’organismo ed è difficile da individuare.
La droga dello stupro e i casi di cronaca
Quello di Claudia Rivelli, al netto delle modalità, non è purtroppo un caso isolato. Il 16 settembre, un trentenne francese è stato arrestato a Rocchetta Palafea (Asti): teneva un litro di Gbl in casa della nonna. Secondo un dirigente della squadra Mobile locale, Federico Mastorci, “con quel litro di Gbl potevano essere create fino a 1.800 dosi, con un potenziale guadagno di diecimila euro”. Ancor più clamore suscitò il caso che portò dietro le sbarre l’ex manager di Facile.it, Alberto Genovese: secondo le testimonianze, nella “terrazza Sentimento”, la sua casa vista Duomo, si tenevano festini a base di sostanze stupefacenti. Più di una ragazza ha raccontato di esser stata drogata, torturata e abusata per ore, denunciando il manager per stupro. A Prato, invece, c’è chi alternava le prediche ai festini. Don Francesco Spagnesi avrebbe (secondo l’accusa) utilizzato fondi privati e della sua curia per importare Gbl e altre sostanze dai Paesi Bassi, utilizzate poi in feste private a casa di quello che si è poi scoperto essere il suo compagno. Non solo: ai fedeli veniva chiesto sempre più spesso denaro per le famiglie in difficoltà, denaro che però veniva investito per altri scopi.
Curarsi con la droga dello stupro
Negli Stati Uniti, nel mese di agosto, la Food and Drug Administration (l’organismo che si occupa di regolamentare farmaci e prodotti alimentari sul suolo americano) ha approvato l’uso del Ghb per curare l’ipersonnia idiopatica, una malattia che causa sonnolenza e rende inefficace il riposo (ci si sveglia stanchi anche dopo aver dormito a lungo). Il farmaco, chiamato Xywav, è prodotto dall’irlandese Jazz Pharmaceuticals ed è una soluzione orale già approvata in passato per curare la narcolessia.