Che cosa sappiamo dell'incidente aereo a San Donato milanese
Otto persone sono morte nello schianto di un piccolo turboelica su una palazzina in ristrutturazione che doveva diventare un capolinea per gli autobus
Domenica 3 ottobre verso le 13 un piccolo aereo da turismo è precipitato a San Donato Milanese, a sud di Milano, su una palazzina vuota in ristrutturazione, adibita a uffici e parcheggio per autobus. Gli abitanti della zona hanno sentito un sibilo fortissimo e poi un'esplosione, causata dallo schianto. Nel disastro aereo sono morte otto persone: pilota, copilota, cinque adulti e un bambino.
Le fiamme hanno avvolto la palazzina di due piani in via 8 ottobre 2001, angolo via Marignano, a pochi passi dalla sede dell'Eni di San Donato e dal capolinea della metropolitana gialla. L’edificio colpito doveva diventare un capolinea per gli autobus di media e lunga percorrenza. Il direttore del cantiere, Michele Pugliese, ha detto al Post che l’ultraleggero si è schiantato su quella che sarebbe dovuta diventare la biglietteria. Si è lavorato tutta la notte sul luogo dell'incidente. Gli ultimi vigili del fuoco sono tornati in sede stamattina alle 7, mentre sul posto rimane la polizia scientifica per i rilievi e la polizia locale per impedire l'accesso alle aree coinvolte dall'incidente. La procura di Milano procede per disastro colposo.
L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha aperto un'inchiesta e disposto l'invio di un investigatore sul posto. Secondo quanto ricostruito finora, "il velivolo PC-12 marche di identificazione YR-PDV, era decollato da Linate alle 13:04 con destinazione Olbia".
Gli uomini della sala radar, riporta l'Ansa, si sono accorti che, pochi minuti dopo la partenza da Linate, l'ultraleggero stava virando verso destra in modo anomalo invece di procedere verso sud e hanno ricevuto una comunicazione dal pilota: "Little deviation (piccola deviazione, ndr)", ma senza comunicare il motivo o allarmi specifici. Poco dopo il pilota avrebbe chiesto un "vettore", ossia uno spazio per rientrare verso l'aeroporto. Dopo meno di un minuto la traccia è sparita dal radar perché l'aereo ha iniziato a scendere in picchiata.
Chi erano le vittime dell'incidente aereo a San Donato milanese
Tra le vittime c'è un immobiliarista romeno, Dan Petrescu, considerato uno degli uomini più ricchi della Romania, proprietario e pilota dell'aereo. Aveva 68 anni. Tra le vittime suo figlio di 30 anni, Dan Stefan Petrescu, indicato inizialmente alla guida dell'aereo, nato a Monaco di Baviera e anche lui con doppia cittadinanza, e la moglie dell'immobiliarista, di 65 anni, nata in Romania con cittadinanza francese. Ci sono anche due vittime italiane: Filippo Nascimbene, 33 anni di origini pavesi ma residente a Milano, e il figlio piccolo, Raphael, nato nel capoluogo lombardo nel 2020. La madre di Raphael e moglie di Nascimbene è Claire Stephanie Caroline Alexandrescou, 34 anni, nata in Francia, sull'aereo così come sua madre Miruna Anca Wanda Lozinschi, romena di 65 anni con cittadinanza francese. La polizia ha precisato che in attesa di ufficialità derivata dalle comparazioni dei profili genetici e considerando l'assenza di una lista passeggeri ufficiale, queste sono le otto plausibili vittime.
Il racconto dei testimoni
"L'aereo aveva un motore in fiamme ed è venuto giù in picchiata, non si sono viste manovre, ma è proprio precipitato", hanno detto all'Ansa testimoni che hanno visto l'aereo precipitare. "Ho sentito un aeroplano che stava per cadere, con le eliche che si fermavano, poi ho sentito le finestre tremare e, come nei film, sono andato alla finestra e ho visto una colonna di fumo alzarsi", racconta un ragazzo che abita a poche decine di metri dalla palazzina contro cui si è schiantato il turboelica. "L'aereo era basso. E poi molto fumo, le fiamme. In cielo volavano dei pezzi", è il racconto di Andrea, 19 anni.