Una senatrice No vax rumena ha sequestrato i giornalisti del Tg1
Un fermo di otto ore. Gli inviati sono stati liberati solo grazie all'intervento dell'ambasciata italiana, dopo essere stati malmenati e perquisiti
La giornalista Lucia Goracci e una troupe Rai, come mostrano le immagini mandate in onda dal Tg1, sono stati sequestrati in Romania dopo un'intervista alla senatrice romena No vax, Diana Iovanovici Șoșoacă. Il tutto è stato raccontato in un servizio andato in onda nell’edizione principale del telegiornale.
La senatrice, in seguito alle domande riguardo alla gestione della pandemia nel paese – uno dei paesi con più contagi in Europa – e le condizioni degli ospedali, ha bloccato la giornalista, il cameraman Miki Stojicic e la troupe nel suo ufficio. Poi ha chiamato la polizia.
"Avevamo concordato l’intervista – ha detto Lucia Goracci a La Stampa – ma quando l’abbiamo incalzata ha iniziato a accusarci di essere una tv di stato, di parteggiare per il governo. 'Io invece sto con Dio e la religione', ci ha detto. Poi ci ha mostrato la porta per invitarci a uscire, invece ci ha chiusi dentro. Nella stanza c’era anche il marito e un’altra persona. E un a un certo punto è arrivata una quarta persona aprendo la porta. Ne ho approfittato per svicolare e uscire. In strada mi sono imbattuta in una pattuglia della polizia chiamata dalla senatrice. Ho spiegato la situazione e ho chiesto di andare a liberare i colleghi che erano ancora chiusi. Quando siamo tornati dentro l’ufficio c’è stata una discussione e il marito della senatrice mi ha colpita alla spalla e a un braccio finché i poliziotti lo hanno fermato".
La seconda parte della vicenda si svolge in un commissariato romeno, dove i cronisti sono andati (nelle loro intenzaioni) per sporgere denuncia. Goracci si accorge invece che nel verbale che le hanno chiesto di firmare viene considerata come arrestata. "Nel frattempo siamo stati accusati di poter avere droga e armi", spiega la cronista alla Stampa. "Ho contestato ogni accusa ma la discussione è andata avanti dalle 5 del pomeriggio fino a mezzanotte e mezza, oltre sette ore in cui di fatto siamo stati in arresto e in una situazione di continua intimidazione e capovolgimento della realtà siamo stati accusati di furto e di essere una finta troupe. Tutto si è risolto con l’intervento della console Gabriela Navatta che ha condotto una mediazione e ci ha permesso di uscire", conclude l'inviata.
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