Il riscaldamento è globale ma il freddo è locale. Urge avere dati
In Francia quest’anno fa freschetto. Una cosa è il clima, un’altra il meteo dirà il positivista ambientale. Ma è un’anomalia?
Era di marzo o aprile o forse di settembre, stavo a Parigi e mi venne di osservare qualcosa di psicolinguistico: se il riscaldamento è globale, il freddo è locale. Infatti faceva freddo localmente quando avrebbe dovuto fare un certo bel calduccio, stando al globale. Il pedante, l’Homais universale, il positivista-progressista ambiante, che trotterella verso la fine della storia, subito mi mise a posto con la famosa differenza tra il clima, sempre più caldo, e il meteo, variabile. Mi sono tenuto il rabbuffo.
Ieri la vendetta, tremenda vendetta. Pagina 8 del Monde. Sotto la rubricazione “Planéte”. Titolo: “Meno caldo in Francia nel 2021”. Sottotitolo: “L’anno è caratterizzato da anomalie, senza canicole generalizzate per la prima volta da sei anni”. L’articolo avrebbe dovuto seguire il consiglio di Dante, “sì che dal fatto il dir non sia diverso” (XXXII canto Inf., verso 12), ma niente da fare. Registrava il fatto e diceva che appunto si trattava di un’anomalia, una diversione dal fatto, derivante dal fenomeno della Niña, che ha rinfrescato il Pacifico, inteso come oceano, e trasferito dati di arieggiamento frescheggiante anche in Francia. Boh. Sta di fatto che la meteorologia espone il clima a sorprese, anche per i pedanti, e per quanto lo si neghi al momento stesso in cui lo si riferisce, l’accaduto colpisce intelligenza e fantasia. Da sei anni in qua. Un’annata benedetta. Niente canicola. Chissà.
L’imbarazzante informazione è ovviamente corredata di medie e statistiche su più lunghe durate, che fanno modello anche retrospettivo. Cioè, sì, va bene, è stato un anno freddino, ma in una sequenza che non smentisce affatto il riscaldamento globale, le inondazioni, i fenomeni estremi, eccetera. E a non esser negazionisti, Dio ne scampi, va bene anche questo sequenziamento. Però il dato nazionale francese resta, e chissà che non corrisponda ad altri dati nazionali, visto che le nuvole, il sole, i gradi di calore non dovrebbero conoscere frontiere microclimatiche troppo ristrette. Fidandomi quasi esclusivamente delle previsioni e dei dati dell’Aeronautica militare, vorrei saperne di più anche sulla situazione italiana, mi sembra un diritto di conoscenza difficile da negare. Dice che in Francia ci sono state gelate di marzo e di aprile e, a mia memoria agraria o contadina, anche qui da noi ci sono state. Anomale? Forse. In una sequenza caldissima? Forse. Ma si vorrebbe sapere, vista anche l’ampiezza dei ristori famosi.
Poi si vorrebbe sapere altro. I genio-tecnici hanno mandato una sonda nell’atmosfera solare, a milletrecento gradi centigradi di calore, per perlustrare i confini della grande nebulosa intorno a cui girano i pianeti del nostro piccolo universo e la Terra stessa. Bene. Urge la trasmissione dei dati alla portata di tutti, in particolare di Franco Prodi, esimio professore pieno di Dubbio e Precauzione, ma non in senso agambeniano, che è perfino meglio dell’Aeronautica militare. Vogliamo sapere che notizie ci sono, visto che gli esperti di nuvole, atmosfera e Sole da tempo ci mettono in guardia sull’effetto determinante della nebulosa, altro che CO2 antropogenica, in fatto di clima terrestre. E forse anche di meteorologia. Sbrigarsi, prego.