L'aurora boreale permette di reimparare a stupirci
Quando gli occhi di William S. Burroughs, in un albergo nel nord-ovest del Canada videro il cielo colorarsi "delle tinte più assurde e accese e mai viste in vita mia"
La prima volta che da un albergo nel nord-ovest del Canada vide il cielo colorarsi "delle tinte più assurde e accese e mai viste in vita mia", William S. Burroughs capì che "in fondo la natura fà un baffo all'immaginazione" e che la pittura "non è altro che un tentativo mal riuscito di rappresentare ciò che ci circonda. Eccheddiamine", scrisse a Neal Cassidy in una lettera che sulla metà degli anni Novanta Fernanda Pivano salvò dall'oblio e lesse in un reading sulla Beat generation.
Davanti agli occhi aveva l'aurora boreale. Non l'aveva mai vista, sebbene ne avesse sentito parlare. Ma erano parole soltanto, "che nulla potevano descrivere veramente, perché le parole non sono sempre sufficienti". Perché è vero che l'aurora boreale è nulla più che un fenomeno ottico dell'atmosfera terrestre, un alternarsi e un muoversi di bande luminose di un'ampia gamma di forme e colori rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio, ma vederla è un'altra cosa.
Nel nord-ovest del Canada, "al limite dell'umanità", William S. Burroughs ci finì per allontanarsi dall'eroina, con una scorta di mescalina sufficiente "a evitarmi di incappare nella noia che molte volte è l'anticamera della morte. Non serve fuggire dalla morte però, solo da se stessi il giusto tempo per reimparare di nuovo a stupirsi", scrisse poche settimane prima sempre a Cassidy.
Reimparò a stupirsi vedendo "il cielo notturno schiarirsi a giorno e reinterpretare tutti i colori che i pittori in acido gettano vergognosi e masturbatori sulle tele, in quelle orge di pennellate senza gusto che ho visto abbondare ad Haight Ashbury (il quartiere freak di San Francisco che prima degli anni Sessanta, ndr) o al Village (il Greenwich village di New York, ndr). No, nulla di tutto questo. C'è un non so che di divino in quello che i miei occhi hanno visto, lucidi e lucidamente vogliosi di meraviglia che pure la birra sembrava blasfemia in quei momenti".
L'aurora boreale continua a stupire donne e uomini, continua a dare loro la possibilità di reimparare a stupirsi.