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"I russi sparano a donne e bambini". Le testimonianze dei profughi ucraini a Roma

"Colpiscono i civili, senza alcun motivo. Il governo ci ha detto di scappare il prima possibile e così siamo partiti. Ogni giorno finisco per piangere", racconta Olga, che viene da Leopoli

Gabriele D'Angelo

"I soldati russi e bielorussi sparano ai civili, sparano in fronte a donne e bambini senza alcun motivo". Sono queste le parole di Olga, che viene da Leopoli ed è una delle prime ucraine arrivate Roma. E ancora dice Galena "Quando il 24 febbraio Putin ha dichiarato guerra non sapevo cosa fare. Poi il governo ci ha detto di scappare il prima possibile e così siamo partiti".

Sono le testimonianza dei profughi che fuggono dalla guerra in Ucraina – quasi tutti donne e bambini – e che in questi giorni stanno arrivando a Roma come nel resto di Italia. 

Come già raccontato dal Foglio nella Capitale e provincia vengono accolti principalmente in tre posti: la stazione di Roma Ostiense, Castel Gandolfo e la sede dell’associazione Cristiana Italia-Ucraina sulla Tiburtina, all’altezza della stazione della metro B di Rebibbia. Perché come osservato dall'assessore alle Politiche Sociali Barbara Funari “È il momento di stringersi attorno a tutta la comunità ucraina di Roma e  aiutarla”.

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