un bestiario
Milano animale: come la città viene popolata da roditori, lupi e specie esotiche
Non solo i cinghiali a Roma: anche nel capoluogo meneghino gli animali si stanno prendendo i loro spazi. Ecco alcune storie (a partire dalla coppia di falchi che vive sul Pirellone)
Nella Milano dallo sviluppo verticale che ambisce - per una sorta di provincialismo rovesciato - a dotare il suo orizzonte dello skyline tipico dei ‘Financial District’ è ancora possibile fare aperitivo in compagnia di una pantegana. Il fortunato incontro è avvenuto due sere fa, tra i tavoli esterni di un bar a due passi dal Duomo. Nel locale, dall’aspetto vagamente bohémien, si raduna ogni sera l’umanità più varia: turisti americani, fotoreporter, baby gangster in libera uscita. A rompere la monotonia blasé, dicevamo, è stata una pantegana: gli avventori hanno seguito con lo sguardo il roditore mentre faceva zigzag tra i tavolini, per poi scomparire dentro una breccia nella vicina Loggia dei Mercanti.
Solo un impero alla fine della decadenza può vedere di cattivo occhio l’irruzione di animali selvatici tra i vicoli e le rogge scoperte della città. Insopportabile la narrazione capziosa di una Roma “invasa dai cinghiali”, incomprensibile la rimozione attuata dai milanesi nei confronti delle loro fiere, come se solo tra i Fori Imperiali si potesse godere del privilegio poetico di incontrare una lonza, un leone, una lupa. E allora scriviamolo, questo Bestiario di Milano, e partiamo dal cielo, in ossequio alla nuova fisionomia urbana della metropoli.
Dal 2014 a regnare sulla città sono Giò e Giulia, coppia regale di falchi pellegrini rinvenuti da un tecnico sulla sommità di Palazzo Pirelli. I loro nomi derivano da Gio Ponti (celebre architetto che progettò il Pirellone) e dalla moglie Giulia Vimercati, come se il loro spirito fosse stato insufflato nei rapaci che da otto anni abitano la torre urbana, a 125 metri di altezza. La loro privacy è profanata da una webcam, che consente agli internauti di osservare i falchetti come in un reality show. Per chi frequenta la zona non è raro scorgere, all’imbrunire, due figure lanceolate gettarsi in picchiata nel piazzale della Stazione Centrale, risalendo verso il cielo con qualche roditore tra gli artigli. Tra il 10 e il 12 aprile la coppia ha generato quattro pulli. I loro nomi sono stati scelti tramite un contest, rilanciato dal sito di Regione Lombardia: Alda, Carla, Gino e Enzo, in onore di Alda Merini, Carla Fracci, Gino Bramieri e Enzo Jannacci. A Milano i personaggi illustri si reincarnano post mortem in predatori dei cieli.
Che dire invece delle orde di scoiattoli grigi che hanno invaso la metropoli negli ultimi anni? Questi roditori, originari dell’America settentrionale, hanno sostituito lo scoiattolo rosso europeo. L’avanzata dei ‘grigi’ a Milano è inarrestabile: interi clan hanno occupato il Monte Stella, i parchi Trenno e Solari, il Bosco in città e i cortili dei condomini, dove vengono foraggiati da incauti cittadini che lanciano loro gustose noci dai terrazzi delle proprie abitazioni. Nel 2019 il Capoluogo lombardo ha visto anche la comparsa del lupo: il 23 aprile di tre anni fa i Vigili del Fuoco hanno ripescato dalle acque del Naviglio Grande Ambrogio, un esemplare di 2 anni che la corrente ha trascinato da chissà dove nel cuore della metropoli. Il nobile animale deve aver lottato con tutte le sue forze per non annegare, tanto da procurarsi una sindrome cardio renale acuta. Riemerso dal Naviglio con le sembianze di uno scheletro, dopo un periodo di riabilitazione nel Centro faunistico di Monte Adone Ambrogio, patrono e protettore di Milano, è tornato a correre tra i boschi.
Pochi mesi dopo la comparsa del lupo, nel quartiere milanese di Baggio ha fatto capolino Lucio, un procione abituato a passeggiare lungo le strade cittadine assieme alla sua proprietaria, una 53enne ucraina che lo teneva al guinzaglio. A rompere l’idillio una serie di segnalazioni e il successivo sequestro dell’animale (portatore di rabbia e leptospirosi) da parte delle autorità. Stessa sorte è toccata un anno prima a Grum, giovane caracal diventato famoso dopo una serie di passeggiate in corso Buenos Aires e nei Giardini Montanelli (quartiere Porta Venezia) assieme alla sua padrona. La ragazza, di origine bulgara, nel 2018 aveva sborsato 10mila euro per ottenere l’animale esotico, acquistato in Repubblica Ceca e arrivato in Italia passando dal Belgio. A dare nell’occhio non era solo il fatto che si trattasse di una ‘lince del deserto’ (animale di stanza in alcune zone dell’Africa, dell’India e del Medio Oriente); per non rischiare di passare inosservata, la proprietaria aveva agghindato il caracal con un collare tempestato di diamanti.
Di fronte a un tale catalogo di fiere sia mai che un giorno anche Tarantasio - il drago che nel 1100 imperversava nella bassa padana, facendo strage degli incauti bambini dei mezzadri - possa un giorno riprendere vita, staccandosi dal bassorilievo a lui dedicato nel lato destro del portone principale del Duomo.