Mattarella: "In alcuni casi Falcone veniva osteggiato anche dalla stessa magistratura"
"Aveva visioni all'avanguardia, lucidamente profetiche. Coltivava il coraggio contro la viltà, frutto della paura di fronte all'arroganza della mafia"
"Sono trascorsi trent'anni da quel terribile 23 maggio, allorché la storia della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore e dalla paura", ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Foro Italico di Palermo, in occasione dei 30 anni dalla strage di Capaci. "Il silenzio assordante dopo l'inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il paese di fronte a quell'agguato senza precedenti, in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. La fermezza dell'operato del giudice nasceva dalla radicata convinzione che non vi fossero alternative al rispetto della legge, anche a costo della vita. Coltivava il coraggio contro la viltà, frutto della paura e della fragilità di fronte all'arroganza della mafia. Le sue visioni d'avanguardia, lucidamente "profetiche", non furono sempre comprese; anzi in taluni casi vennero osteggiate anche da atteggiamenti diffusi nella stessa magistratura, che col tempo, superando errori, ha saputo farne patrimonio comune e valorizzarle".