Il fotoracconto
Roma è ancora una discarica a cielo aperto: urgono soluzioni
Se c’è una caratteristica di cui i romani non difettano è il sarcasmo. Questioni di sopravvivenza. “Con ‘sti 45 gradi e tutta questa monnezza alla fine i termovalorizzatori li famo a chilometro zero, siamo ecologi”, dice Sergio, 54 anni, residente di Primavalle. E come dargli torto nel giorno drammatico in cui, dopo il rogo di due settimane fa a Malagrotta che ha lasciato la Capitalesenza impianti per il trattamento dei rifiuti, un altro grande incendio, iniziato nel campo Rom della Monachina, ha colpito quel quadrante di città, con un’alta colonna di fumo visibile anche da qui.
“Entro domenica - aveva promesso l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi - Roma tornerà alla normalità, rimuoveremo i rifiuti accumulati per strada”. Qualcosa deve essere andato storto perché la Capitale è ancora, in tante zone, una discarica a cielo aperto. Ma se ovunque ci sono ancora cassonetti circondanti da spazzatura, la situazione più allucinante è a Primavalle, borgata del quadrante nord-ovest della Capitale. Qui la situazione supera i contorni del già visto (a Roma piuttosto amplio). Ci sono cassonetti letteralmente ricoperti da spazzatura. Alberi addobbati di rifiuti lungo tutto il loro tronco. Marcipiedi inagibili anche per 15 metri. Stazioni con vista monnezza.Su via Cogoleto la situazione a ogni gruppo di cassonetti è la stessa: pile di sacchetti alte più di un metro che si estendono almeno per dieci metri.
I lavoratori Ama del gruppo Lila segnalano i spesso le criticità via Twitter durante i turni di raccolta e presentano proposte dal basso. Oggi non hanno dubbi. “A Roma Ovest ci sono delle difficoltà perché la trasferenza di Ponte Malnome è troppo piccola e accroccata”. Le trasferenze sono aree dove i rifiuti vengono stoccati, per un massimo di 48 ore, in attesa di andare al trattamento. In città ce ne sono quattro: a Rocca Cencia, Acilia, Saxa Rubra e Ponte Malnome.
Dopo l’incendio di Malagrotta il sindaco Roberto Gualtieri, grazie ai poteri straordinari che il governo gli ha fornito per gestire il dossier rifiuti nella sua veste di commissario al Giubileo 2025, ha aumentato le capienze delle due trasferenze temporanee di Saxa Rubra e e Ponte Malnome portandole rispettivamente a 700 e 300 tonnellate massimo di capacità (che siano più o meno di quelli cumulati intorno ai cassonetti di Primavalle?). Qui la spazzatura viene depositata direttamente a terra perché non ci sono vasche per lo stoccaggio. Non sembra che la cosa stia funzionando. E qualcuno comincia già a parlare della necessità di un intervento più diretto dell’esecutivo per evitare una situazione non degna di una Capitale europea. “L’unica cosa - sostiene Maurizio, lavoratore Ama e rappresentate di Lila - è riaprire l’impianto di Guidonia, capisco i residenti che sono arrabbiati ma non ci sono alternative”. Il riferimento è all’impianto Tmb di proprietà di Manlio Cerroni nella città appena fuori da Roma dove ieri è stato eletto il nuovo sindaco, il civico Mauro Lombardo. “Non serve il Tmb ma possiamo utilizzarlo come vera trasferenza perché è organizzato per quello: non significa che è la soluzione, è anche quello un tampone di emergenza, ma almeno funziona perche queste micro trasferenze in giro per la città sono 'toppette' che creano solo situazioni di pericolo. Che vogliamo morire perché quell’impianto è di Cerroni? Allora, se è questo il problema, il comune lo espropri, così altrimenti la situazione è rischiosissima”. Campidoglio e Ama, per adesso, non prevedono ulteriori interventi, ma l’ipotesi Guidonia non può essere esclusa. La città intanto affoga tra i rifiuti.
(Le foto sono state scattate il 27 giugno 2022 da Gianluca De Rosa nel quartiere Primavalle"
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