Sorpresa: gli italiani si fidano sempre più dei propri connazionali. Ecco perché
Alla domanda se “gran parte della gente è degna di fiducia” il 25,5 per cento degli italiani ha risposto di sì, la più alta percentuale mai registrata dal 2010, quand’è cominciata l'indagine dell’Istat. Un'analisi utile per politici in cerca di voti
La rilevazione è della fine del mese di novembre, ovvero del tutto rappresentativa dell’anno intero. Dunque, nel 2021 alla domanda se “gran parte della gente è degna di fiducia” gli italiani hanno risposto di sì nella percentuale del 25,5 per cento, la più alta percentuale mai registrata dal 2010, quand’è cominciata da parte dell’Istat la rilevazione sul grado di fiducia che gli italiani ripongono negli altri italiani, e di 2,3 punti percentuali superiore a quella dell’anno prima (23,2 per cento).
Non credo si possa parlare di forzatura se vediamo in questo risultato un po’ anche l’effetto del governo Draghi. In fondo, avere una persona autorevole a capo del governo qualcosa può portare anche in termini di fiducia verso gli altri. E se la percentuale appare a tutta prima un po’ bassina – in fondo si tratta di appena un italiano su quattro che manifesta questo grado di fiducia – non si deve dimenticare che (a) la domanda è assai impegnativa perché si tratta di dare un giudizio, in termini di fiducia, su “gran parte della gente” e (b) che l’alternativa offerta a quanti non se la sentono di rispondere che gran parte della gente merita fiducia è che “bisogna fare bene attenzione” (a concedere fiducia alla gente). Ovvero un’alternativa molto poco impegnativa, che non implica un giudizio negativo sugli italiani e che sembra fatta apposta per convogliare le risposte di quanti non si sentono così forti e ottimisti da optare per la prima risposta.
E’ un parametro in lieve crescita, questo della fiducia degli italiani negli italiani. Non in crescita eclatante – cosa che, del resto, sarebbe difficile da spiegare – ma in crescita. Solo tre anni fa quella percentuale era del 21 per cento: 4,5 punti percentuali inferiore. E questo, diciamolo, con l’aria che tira anche e proprio nei/sui mass media, sembra un mezzo miracolo. Del resto, se entriamo nelle specificazioni territoriali e demografiche di quel dato ci imbattiamo in qualcosa che, senza sembrare miracoloso, di certo ha del controintuitivo. Si prenda la “grande città”, le poche metropoli italiane. Quando mai ci capita di sentirne parlare in termini positivi? Vogliamo dire se non proprio mai, assai raramente? Descritte sempre come affannate, istericamente in corsa perfino contro se stesse, e ovviamente rischiose sotto il profilo della criminalità di tutti i tipi, ci sarebbe forse da aspettarsi che è proprio nel centro delle grandi città, delle metropoli, che gli italiani hanno più fiducia negli altri italiani? Nella gran parte della gente? No, non ci sarebbe da aspettarselo. E invece di poco, ma sistematicamente, anno dopo anno, sono le grandi metropoli, i centri incasinati, o almeno così descritti, delle grandi metropoli a dimostrare più fiducia. Nel 2021, a fronte del dato nazionale del 25,5 per cento, nei centri delle metropoli la percentuale è stata del 28,1 per cento. Più alta di quella che si registra nei piccoli comuni e nelle piccole e medie città. Ed eccoci serviti, nei nostri pregiudizi.
Ma come considerare la fiducia che diminuisce proprio scendendo da nord a sud? Sembra incredibile, ma non c’è fenomeno, non uno, che veda il sud, le isole, il Mezzogiorno primeggiare in senso positivo. E dire che c’entra, assieme al reddito, anche la cultura, il livello culturale? Sbagliato? Offensivo? E allora spiegate. Nel nord-est la percentuale di quanti credono che gran parte della gente sia meritevole di fiducia è del 28,3 per cento; nelle Isole appena del 18,2 per cento, la bellezza di 10 punti percentuali meno. Inutile dire che trattasi di differenza statisticamente molto significativa, ovvero in nessun modo imputabile al caso.
Sul piano regionale, poi, non c’è una sola regione del Mezzogiorno che si collochi sopra la media nazionale, così come non c’è una sola regione meridionale che sopravanzi, in fiducia negli italiani, una sola regione del nord. E i divari possono farsi perfino imbarazzanti. Nel Trentino-Alto Adige la fiducia schizza al 38,4 per cento; in Sicilia precipita al 16,1 per cento. Ma c’è del buono pure qui. Nel 2021 la fiducia negli italiani al nord è aumentata di 2,4 punti percentuali; nel Mezzogiorno di 1,7 punti percentuali. Un aumento più piccolo, ma pur sempre un aumento.
Pro memoria per Salvini e la destra: più ci sono immigrati più c’è fiducia. E viceversa. E’ matematico. Si accettano spiegazioni.