Arrivano i medici cubani in Calabria, ma sono spie o schiavi?
Il presidente della regione Occhiuto annuncia l'accordo con il governo dell'Avana. Solo che i camici bianchi sono spesso usati dal regime cubano più come soft power e valuta di scambio che per la loro effettiva bravura
“I nostri bandi sono andati deserti”, è il motivo per cui il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto dice di aver siglato un accordo con il governo di Cuba per avere 497 medici da destinare agli ospedali della Regione: i primi 33 a settembre. “Se mancano i medici, che facciamo?”, si è giustificato, lamentando un sistema sanitario “poco attrattivo”. Occhiuto è di Forza Italia. L’esponente dunque di un partito che è dichiaratamente nato per “impedire ai comunisti di andare al governo” e che ora chiede invece aiuto a un governo comunista si è prestato sui Social a evidenti ironie. Sugli stessi social si è osservato che “i bandi non sono andati deserti perché i medici calabresi e italiani sono svogliati”, ma “perché molte proposte erano irricevibili”. “Dopo tanti anni di studi per il conseguimento del titolo e della specializzazione, la formula dei contratti a tempo determinato e corrispettivi non adeguati alle prestazioni richieste sono un pugno nello stomaco, perciò, improponibili”. Si dice pure che “nei reparti c’è una canea di intoccabili e, giustamente, le eccellenze preferiscono emigrare piuttosto che soddisfare le voglie dei politici di turno che impongono figli e figliocci alla carica di primario”. E si accenna all’ingerenza della ’ndrangheta. Ma questo è il versante italiano del problema.
“Le capacità dei medici cubani, le loro qualità e l’esperienza sono conosciuti in tutto il mondo” ha infatti aggiunto Occhiuto nel video su Facebook in cui ha annunciato l’accordo con la Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos. “E hanno già aiutato l’Italia, in Lombardia e in Piemonte, nei mesi più caldi della pandemia”. Anche allora ad accogliere i cubani era stato in Lombardia il vicepresidente Fabrizio Sala, di Forza Italia, per conto del presidente Attilio Fontana, della Lega, e pure di Forza Italia era l’assessore al Welfare Giulio Gallera, responsabile della Sanità.
E allora l’accostamento fu subito all’altra missione russa che pure era venuta ad aiutare l’Italia in pandemia. A parte la propaganda del mostrare militari russi in azione in territorio Nato, a parte le successive accuse di spionaggio, sia Russia sia Cuba poi svilupparono poi vaccini anti-Covid (non omologati in occidente). Ma c’è quasi certezza che in entrambi i casi i “soccorritori” si siano più che ripagati, col procurarsi il “materiale” poi servito per realizzare questi prodotti. Altra cosa curiosa: l’elogio di “capacità” di un esponente di un partito anticomunista viene a quasi un anno esatto di distanza dalla sfuriata con cui il primo ministro cubano Manuel Marrero disse invece il contrario. “Commettono errori, sono indisciplinati, e la gente si lamenta molto di più per la loro cattiva assistenza che non per la mancanza di medicinali”. Un tentativo di scaricabarile dopo la violenta protesta contro il regime, scatenatasi proprio quando il Covid era andato fuori controllo.
In realtà, i medici cubani sono effettivamente considerati bravi. Il regime però li utilizza non solo come soft power, ma più ancora come fonte di valuta. La prima risorsa valutaria di Cuba: 11,5 miliardi di dollari, quasi 5 volte i 2,8 miliardi che ha fruttato nel 2016 il turismo. Ancora più importante se si pensa che l’altra fonte importante sono le rimesse, e cioè qualcosa che dipende da “espatriati” e governi “ostili”. E che quest’anno si sono registrati minimi storici per i due raccolti più iconici dell’isola come zucchero e tabacco, mentre il turismo soffre ancora per la pandemia. Inoltre, in molti parlano di “medici-schiavi” per il fatto che quando stanno all’estero il loro stipendio è pagato direttamente al governo cubano, che poi non gliene gira più del 30 per cento. In Brasile nell’intervallo tra elezione e insediamento Bolsonaro aveva montato un caso quando alcuni medici cubani avevano chiesto asilo ed era stato loro rifiutato. Quando disse che avrebbe offerto asilo politico a tutti i medici cubani che lo avessero chiesto, e avrebbe comunque pagato direttamente lo stipendio ai professionisti, il governo dell’Avana li fece ripartire.