Il palazzo della regione Liguria a Genova (Ansa)

La grande confusione del centrodestra in Liguria

Giampiero Timossi

Avvicinamenti, prese di distanze, e sostegni ma senza il simbolo elettorale: come Terzo Polo, Lega e Noi Moderati arrivano alle elezioni di domenica

Saranno moderati, ma riescono anche a essere sfacciati. Negli ultimi giorni di campagna elettorale è apparso un cartello: “Pericolo! Maneggiare con cura”. Il messaggio arriva dal “laboratorio-Genova”, dove da primavera sono iniziati gli esperimenti per trovare una nuova dimensione al centro. La definizione di “laboratorio politico” alla Liguria è già stata appioppata in diverse occasioni, ora al centro, ieri a destra e sinistra. Alcuni commentatori, probabilmente anche con un certo campanilismo, hanno individuato nella politica ligure un altro indicatore politico: sostenendo che il declino del “renzismo” iniziò sette anni fa con una storica (e inattesa) sconfitta alle elezioni regionali. Quando il centrosinistra venne messo ko dal centrodestra.

 

A vincere allora fu Giovanni Toti, all’epoca forzista, oggi sempre governatore della Liguria, leader di Italia al Centro e tra i fondatori di Noi Moderati, ensemble centrista che il 25 settembre corre con l’alleanza di centrodestra. La sconfitta, Raffaella Paita, ha lasciato il Pd, è approdata in Italia Viva, è stata presidente della commissione Trasporti alla Camera, ora è ricandidata per ‘Italia, sul serio’ e chiederà agli elettori liguri di essere rieletta deputata. Ma in questi mesi Raffaella Paita è stata anche una degli artefici principali dell’avvicinamento di Italia Viva alla giunta di centrodestra. Una mossa che ha forse contribuito alla vittoria e oggi sostiene Marco Bucci, sindaco civico di Genova, scoperto (politicamente) cinque anni fa dalla Lega di Edoardo Rixi e da Giovanni Toti.

  

Alle amministrative del 12 giugno Italia Viva ha sostenuto Bucci, mettendo a disposizione del centrodestra i propri candidati, non il simbolo. Scelta che Paita ha spiegato nell’impossibilità di affiancare il logo di IV alla fiamma di Fratelli d’Italia, scatenando l’immediata reazione dei colonnelli genovesi di Giorgia Meloni. In sintesi: “È un problema di Paita, questa è casa nostra, questi sono i nostri simboli”. Marco Bucci ha fatto fuori il centrosinistra al primo turno (non era mai successo), Italia Viva ha piazzato in giunta un assessore e un consigliere delegato e tutto così sembrava archiviato. Poi il premier Mario Draghi ha lasciato Palazzo Chigi e anche il centro, ovunque disperso, si è visto costretto a fare le cose in fretta.

 

Matteo Renzi ha portato Italia Viva in dote al Terzo Polo, messo insieme con Azione di Carlo Calenda. Giovanni Toti, governatore, grande sostenitore anche in materia di preferenze del sindaco Bucci, è rimasto nel centrodestra con Lega, ma ovviamente anche Forza Italia e Fratelli d’Italia. Bucci è rimasto fedele alla sua natura di “sindaco civico”, ha partecipato alle iniziative di Noi Moderati, creatura nata da un’idea di Giovanni Toti. Certo ha partecipato anche alle iniziative della Lega, ribadendo lo stretto legame con il deputato Edoardo Rixi, indicato quale nuovo ministro dei Trasporti e della Infrastrutture da molti e dallo stesso sindaco di Genova. Bucci però non ha partecipato (“non è stato invitato” trapela dal suo entourage) alle iniziative elettorali di Fratelli d’Italia.

 

In compenso, prima ha partecipato a due iniziative elettorati del tandem Calenda/Renzi. Nella prima uscita ha riacceso i già netti malumori di Fratelli d’Italia. Nella seconda occasione, sabato scorso, ha suscitato più di un commento dispiaciuto tra gli amici leghisti. Sabato il sindaco Bucci ha atteso l’arrivo di Matteo Renzi all’Acquario di Genova, lo ha salutato dopo un breve dialogo con Raffaella Paita ed è andato via prima che il comizio dell’ex premier avesse inizio. Non prima che lo stesso Renzi, rivolgendosi alla stampa, non lanciasse un’altra frecciata a Toti: “Come può definirsi moderato chi si presenta con la fiamma di Giorgia Meloni”. Dimenticando, Renzi, che Italia Viva ha un assessore a Genova nella stessa giunta comunale che conta due assessori di Fratelli d’Italia. Palla al centro, si vedrà dopo il voto di domenica. Intanto Mariastella Gelmini dalle sponde di Azione ha già fatto sapere: “La casa di Giovanni Toti è Azione. Nella politica mai dire mai”. Pochi minuti e arrivava la risposta dell’alleata Raffaella Paita, di parere sicuramente diverso: “Giovanni Toti non ha le carte in regola per stare nell’area moderata”. Una gran confusione, per un (ancor) piccolo centro.

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