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incubo capitale

A Roma un autista su sei vuole fare lo scrutatore, ma stavolta Atac dice "no"

Simone Baglivo

Per le elezioni di domenica, l'azienda ha ricevuto 1.229 richieste da parte di dipendenti che vogliono recarsi ai seggi per partecipare alle operazioni di scrutinio. Un numero "abnorme", ha detto il numero uno dell'azienda. Che per la prima volta ha respinto le domande 

"In occasione delle prossime elezioni politiche, Atac ha ricevuto dai lavoratori necessari ad assicurare l’erogazione del servizio un numero abnorme di richieste di permessi per svolgere le funzioni di rappresentante di lista". Inizia così la lettera (lunga due pagine) inviata dal direttore generale della municipalizzata dei trasporti di Roma Alberto Zorzan al prefetto della capitale Matteo Piantedosi, all’assessore alla Mobilità Eugenio Patané e al sindaco Roberto Gualtieri.

 

Il "numero abnorme" di cui parla Zorzan è 1.229. Un record, visti i precedenti. La passione elettorale dei dipendenti di via Prenestina non è nuova. Lo scorso ottobre, durante le comunali di Roma, erano stati in 650 ad assentarsi per lavorare alle urne. A marzo 2018, quando si è votato contemporaneamente per le regionali del Lazio e le politiche, sono stati quasi 1.000 a non presentarsi sul posto di lavoro. Ogni volta, naturalmente, l'impatto sulla mobilità è devastante, considerando che già in condizioni di normalità non mancano i disagi. 

 

Insomma, quando il direttore Zorzan (ingegnere già direttore operativo di Atm a Milano, arrivato da poco a Roma in soccorso della giunta Gualtieri) si è visto recapitare sulla scrivania 1.229 richieste dagli aspiranti rappresentanti di lista, scrutatori e presidenti di seggio, ha deciso di accettare esclusivamente quelle dei componenti di seggio (30 domande per fare il presidente, 26 per lo scrutatore, 14 per il segretario: 70 su 1.229) rifiutando la stragrande maggioranza delle istanze di chi avrebbe voluto assistere alle operazioni di voto per conto di un partito (cioè fare il rappresentante di lista).

 

Se le avesse accettate tutte, l'Atac avrebbe perso almeno 915 autisti (il 15 per cento del totale), bloccando per ben tre giorni il servizio di trasporto pubblico locale, proprio quando invece può essere ancora più utile per lo spostamento degli elettori verso i seggi. La decisione, spiega il numero uno dell'azienda nella lettera, è stata presa "all’esito delle simulazioni effettuate". 

 

L'assenteismo tra i dipendenti di Atac è già altissimo in situazioni normali: 18 per cento nel primo trimestre del 2022. A questo si sommano i guasti tecnici, i disservizi e gli scioperi. Venerdì scorso l'ultimo, eclatante, caso: 200 passeggeri sono stati sequestrati all'interno della metropolitana durante l'ennesimo sciopero. 

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