decarbonizzazione dei cieli
Il patto per volare con meno CO2
Aeroporti di Roma ha sollecitato tutti i player dell'industria del trasporto aereo, sottoscrivendo un patto che definisce tappe, strumenti e proposte di policy sulla base di uno studio condotto dal Politecnico di Milano. L'Ad Marco Troncone: "Settore a zero emissioni possibile ma senza prospettive solo suggestive"
Un’intera filiera industriale si è riunita ieri a Fiumicino per tracciare una strada condivisa che porti a un obiettivo: la decarbonizzazione del trasporto aereo.
La questione è tutt’altro che banale se si considera che il settore, tra quelli considerati hard to abate, deve fare la sua parte per rispettare i target ambientali fissati dall’Ue nel pacchetto Fit for 55. Cosa può andare storto? Basta pensare all’industria dell’auto. La data di scadenza per il commercio dei veicoli con motore endotermico stabilita dal Parlamento europeo è “un suicidio”, secondo le imprese che dovranno riconvertire la produzione. Stavolta tutti i player industriali hanno deciso di affrontare con un approccio diverso la sfida e sollecitati da Aeroporti di Roma (Adr), che gestisce lo scalo Leonardo da Vinci di Fiumicino, hanno sottoscritto un patto che definisce tappe, strumenti e proposte di policy basate su uno studio del Politecnico di Milano.
“Abbiamo le idee chiare, un settore aviation a zero emissioni è possibile – ha detto l’amministratore delegato di Adr, Marco Troncone, tirando le somme della giornata – Ma sarà essenziale focalizzarsi sul contesto oggettivamente complesso senza distrazioni né prospettive tecnologiche per il momento più suggestive che concrete”. Una prospettiva confermata anche dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini e da tutti i partecipanti: dai produttori di veicoli a quelli di carburanti, dai gestori degli scali alle compagnie aeree, dalle istituzioni ai regolatori.
Lo studio rileva che nel breve termine la soluzione sono i biocarburanti. Per questo sarà prioritario sostenerne la produzione e armonizzare le regole in Europa per evitare svantaggi competitivi e lo spostamento di traffico su hub extraeuropei. Il metodo è quello della neutralità tecnologica: non basta una sola soluzione e investire in ricerca e sviluppo è fondamentale. Molto si sta facendo anche nel campo dei carburanti sintetici e l’idrogeno è il vettore verso cui guarda il settore. A livello globale il traffico aereo genera il 2 per cento delle emissioni di CO2, ma favorisce lo sviluppo del commercio globale, dell’economia e del tessuto sociale. Forzare i tempi senza che i volumi siano sufficienti e i costi sostenibili può essere pericoloso.