principio di non respingimento
Tra ong e governo è già muro contro muro: al Tar il decreto di Salvini e Piantedosi
A bordo delle due navi umanitarie ferme al porto di Catania ci sono ancora 249 naufraghi a cui viene impedito di sbarcare a causa delle direttive del ministro dell'Interno, ma a Lampedusa e Crotone continuano ad arrivare persone in autonomia. Una della due ong bloccate impugna il provvedimento
Mentre 249 persone sono bloccate nel porto di Catania, la scorsa settimana ci sono stati nei porti di Lampedusa e Crotone 6.000 nuovi arrivi autonomi. È il paradosso delle politiche del governo sull'immigrazione concentrate sulle navi delle ong, e in particolare, in riferimento agli ultimi due giorni, alle due ferme a Catania. I 249 profughi non possono scendere: l'ordine notificato ai comandanti per decreto dai tre ministri firmatari - dell'Interno, Matteo Piantedosi, della Difesa, Guido Crosetto e delle Infrastrutture, Matteo Salvini - obbligherebbe al ritorno in acque internazionali e quindi di fatto al respingimento dei migranti. Una possibilità contro cui ha preso posizione l'ong Sos Humanity impugnando il decreto al Tar, mentre il comandante della nave Humanity 1, Joachim Ebeling, ha deciso di contravvenire agli ordini del governo italiano e restare al porto di Catania.
Si prospetta dunque una battaglia giudiziaria tra i ministri firmatari e la nave umanitaria. Piantedosi non ha esitato a far scendere donne incinte e bambini, insieme a chi versava in gravi condizioni di salute. Le autorità competenti e i medici si sono visti costretti ad attuare una selezione dei profughi: quelli identificati come fragili sono potuti scendere dalle navi e hanno avuto accesso al primo soccorso, mentre gli altri, definiti da Piantedosi in conferenza stampa "carico residuale", dovranno tornare indietro. Ad ora, sulla Geo Barents restano 214 persone delle 572: uno di loro, un ragazzo che era stato fatto restare a bordo perché ritenuto non in condizioni di emergenza, è stato portato via stanotte in ambulanza. Sulla Humanity 1, che batte bandiera tedesca, restano invece 35 naufraghi, dopo che un altro ragazzo, considerato anch'esso in buone condizioni di salute, è crollato perdendo conoscenza ed è stato portato a terra.
Eppure, come sottolinea all'Agi l'avvocato Fulvio Vassallo Paleologo, il decreto è "illegittimo" perché fa riferimento a un regolamento abrogato nel 2019, trascurando la Convenzione di Ginevra che con l'art. 33 regola il principio di non respingimento. Su questo principio si consuma lo scontro tra il governo e l'ong: "È stata fatta una selezione disumana e illegittima dei sopravvissuti che si basa su un decreto illegale – ha dichiarato il comandante Ebeling a Repubblica – [Quello che determina il decreto, ndr] È una forma di respingimento collettivo, dunque illegale", in quanto a tutti i naufraghi dev'essere concesso un porto sicuro.
Dal governo continua il richiamo persistente agli stati bandiera, che secondo Piantedosi dovrebbero prendersi in carico i migranti. Una teoria questa che darebbe per assodato che le navi valgano come territorio nazionale e che punterebbe ad aggirare il regolamento di Dublino, ma che non rispetta le direttive europee. La questione della redistribuzione dei profughi all'interno dell'Europa, però, trova spazio anche nelle parole del Papa. Infatti, parlando con i giornalisti nel suo volo di ritorno dal Bahrein, Bergoglio ha sottolineato che "i migranti vanno accolti, accompagnati, promossi e integrati" e perciò "ogni governo dell’Unione europea deve mettersi d’accordo su quanti migranti può ricevere, non si può lasciare a Cipro, Grecia, Italia e Spagna la responsabilità di tutti i migranti che arrivano sulle spiagge". Il Papa ha poi fatto riferimento agli impegni che gli stati europei dovrebbero prendersi: "L’Unione europea deve prendere in mano una politica di collaborazione e di aiuto", ha chiosato, aggiungendo poi che "c’è un’altra responsabilità europea, come ha detto la Merkel: il problema dei migranti va risolto in Africa. L’Europa deve cercare di fare piani di sviluppo in Africa".
Secondo il Pontefice, da parte di questo governo "almeno l'intenzione c'era", perché "bambini, mamme e malati" sono stati fatti scendere. Ma al largo delle coste italiane ci sono ancora due navi ong, la Rise Above e la Ocean Viking, che hanno a bordo 324 persone che aspettano di essere curate, trovare accoglienza e fare richiesta di asilo.