immondizia capitale
Roma avrà il suo termovalorizzatore entro l'estate 2026
Il sindaco Roberto Gualtieri ha presentato il cronoprogramma dettagliato per la realizzazione dell’impianto. Le ceneri di scarto andranno fuori città, non ci saranno dunque nuove discariche
Se tutto andrà come previsto, nell’estate del 2026 Roma avrà il suo nuovo termovalorizzatore da 600mila tonnellate l’anno che non sarà affiancato, e questa è una notizia, da una discarica di servizio per le ceneri prodotte come scarto del trattamento. Il terreno scelto, di circa dieci ettari, è quello acquisto nelle scorse settimane da Ama nell’area industriale di Santa Palomba.
Questa mattina nella Sala delle Bandiere in Campidoglio il sindaco Roberto Gualtieri ha presentato alla stampa il cronoprogramma dettagliato per la realizzazione dell’impianto. Con assegnazione della gara e stipula del contratto previsti per febbraio 2024, avviamento dei lavori entro luglio dello stesso anno ed entrata in funzione dell’impianto entro l’estate del 2026. "Ma speriamo di fare anche prima", ha detto il sindaco.
Quella di oggi è stata l’occasione per per presentare ai giornalisti proprio l’ordinanza che contiene la manifestazione di interesse con la quale il sindaco, nella sua veste di commissario straordinario per i Giubileo del 2025, nei prossimi 90 giorni raccoglierà i progetti di fattibilità tecnico economico dalle aziende interessante (in pole ci sarebbero le multiutility a controllo pubblico Acea ed Hera). Il progetto migliore - secondo criteri tecnici, che peseranno per l’80 per cento della valutazione, ed economici, che copriranno il restante 20 - sarà successivamente, entro agosto 2023, messo a bando tra gli operatori per scegliere chi realizzerà il termovalorizzatore. Tecnicamente si tratta di un project financing, il vincitore dunque sopporterà il costo di realizzazione dell’impianto e in cambio avrà la gestione, oltre a ricevere da Ama, a titolo oneroso, il diritto di superficie sui terreni. A chi gli chiedeva se così non si rischia di lasciare nuovamente la gestione del ciclo dei rifiuti ai privati, limitando il controllo pubblico, Gualtieri ha risposto: “La manifestazione è aperta ai soggetti pubblici, non è riservata ai privati, anzi la maggioranza delle multiutility del settore è pubblico-privata". Se fosse quella romana, Acea, di cui Roma Capitale è socio di maggioranza al 51 per cento, parte degli introiti sotto forma di utile finirebbero in Campidoglio.
L’unico costo per il Campidoglio riguarderà gli impianti "ancillari" che saranno due: uno per la captazione e il recupero della C02 e l’altro per la trasformazione di 110mila tonnellate di ceneri pesanti, delle 120mila prodotte dall l’impianto ogni anno, in materiale inerte per l’edilizia. Su questo il comune di Roma è disposto a investire fino al 49 per cento del costo di realizzazione, ma non oltre 40 milioni di euro. Per quanto riguarda i residui finali: alle 10mila tonnellate di ceneri pesanti residue si aggiungeranno 24mila tonnellate di ceneri leggere, per un totale di 34mila tonnellate di scarti ogni anno che saranno smaltiti in discariche per inerti fuori dalla Capitale . “In questo modo Roma - ha detto il sindaco - esce definitivamente e integralmente dal sistema delle discariche”.
Gualtieri ha anche annunciato a breve la firma con diverse aziende per garantire fino all’inaugurazione del nuovo impianto gli sbocchi per la spazzatura. D'altronde l'obiettivo è avere la città pulita entro il Giubileo del 2025. “In questo modo già dal prossimo anno ridurremo il fabbisogno di discariche a Roma e provincia. Oggi portiamo fino a 500mila tonnellate di rifiuti l’anno in discarica. Con il termovalorizzatore arriveremo a zero, ma già dall'anno prossimo saremo a 244mila tonnellate, dimezzando il fabbisogno con contratti che metteranno Ama nella condizione di non rivedere ogni mese la logistica perché cambiano i fornitori senza l'uso delle discariche e senza un'ulteriore proroga dell'invaso di Albano, mentre si utilizzeranno prevalentemente termovalorizzatori. Così sul Giubileo non graverà la spada di Damocle della fragilità e incertezza sugli sbocchi, evitando inaccetabili crisi in quel periodo".
Per quanto riguarda gli altri impianti del piano rifiuti della Capitale stilato dal sindaco e commissario straordinario sono due impianti di biodigestone anaerobica per l’organico e due impianti di selezione dei materiali secchi (carta, plastica, vetro, etc). Tutti in grado di trattare fino a 100mila tonnellate di rifiuti differenziati. Il finanziamento è stato chiesto attraverso i bandi del Pnrr di cui si attende l’esito entro dicembre. Poi, potrà partire la progettazione esecutiva e questi potranno essere realizzati, secondo il Campidoglio, entro il 2025.