Sam Bankman-Fried (foto Alex Wong/Getty Images) 

dall'archivio

Sam Bankman-Fried, il fondatore di Ftx, è stato arrestato alle Bahamas

Ascesa e declino dell'ex ragazzo prodigio che aveva fatto innamorare (e poi inorridire) l'America. Oggi era atteso dalla commissione della Camera per testimoniare sul crack della sua piattaforma per la gestione delle operazioni in criptovalute. La crisi del settore e i suoi rapporti con la politica. Letture foglianti

Sam Bankman-Fried, fondatore dell'exchange di criptovalute Ftx, è stato arrestato alle Bahamas dopo che gli Stati Uniti hanno presentato delle accuse per reati finanziari nei suoi confronti. Il re delle criptovalute comparirà davanti a un tribunale martedì nella capitale del paese caraibico, Nassau, dove nel 2021 l'ex amministratore delegato della piattaforma aveva spostato da Hong Kong la sede della società. Oggi Bankman-Fried era atteso dalla commissione della Camera per testimoniare sul collasso finanziario della sua società. Le accuse contro il 30enne saranno ufficialmente annunciate nelle prossime ore, e saranno - secondo indiscrezioni - di frode e riciclaggio di denaro. 

 

L'arresto di SBF - come si faceva chiamare - è il nuovo atto di una storia americana senza fine, un'operazione fallita di ragazzi prodigio e smanettoni di cui l’America prima si innamora e poi resta inorridita. Ftx, piattaforma per la gestione delle operazioni in criptovalute, era stata fondata nel 2019 da Sam Bankman-Fried, ex trader di Wall Street, e da Gary Wang, ex dipendente di Google. È diventata la seconda più grande piattaforma di scambio di criptovalute al mondo, con operazioni per circa dieci miliardi di dollari al giorno. Il mese scorso la società ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti, e ha impedito così a molti utenti di ritirare i propri fondi. Secondo una dichiarazione del tribunale del mese scorso, Ftx deve ai suoi 50 maggiori creditori quasi 3,1 miliardi di dollari. Non è chiaro quanto gli investitori riceveranno alla fine della procedura fallimentare, anche se molti esperti hanno avvertito che potrebbe trattarsi di una piccola frazione di ciò che hanno depositato. L’improvviso, velocissimo crack della piattaforma, ha lasciato ancora una volta spiazzato un mondo di piccoli e grandi investitori che in realtà sapevano benissimo di giocare con il fuoco. Speravano però che il genio trentenne spettinato che a ottobre ancora “valeva” 26 miliardi di dollari di patrimonio personale, sapesse cosa stava facendo. Adesso che tutto è svanito in una bancarotta che ha bruciato almeno dieci miliardi di risparmi in un settore ancora privo di regole e di strumenti di salvataggio, l’interrogativo dominante è il consueto “come è potuto succedere”. In attesa che emergano le risposte, è interessante però capire cosa c’è di uguale e di diverso rispetto a tanti altri crack americani. E cosa unisce e divide Bankman-Fried da altri tech whiz kid che sono finiti in niente oppure ce l’hanno fatta.

Ftx è anche una storia che sembra uscita da un film o una serie televisiva, con i racconti incredibili sulla “gang di ragazzini” che dalle Bahamas gestiva l’operazione e, a quanto pare, componeva una “polycule”, ovvero una relazione sentimentale poliamorosa composta da dieci persone. Alcuni testimoni parlano anche di un certo abuso di anfetamine negli headquarters lussuosi dell’azienda. Nel frattempo, il fondatore ha passato gli ultimi giorni a scrivere su Twitter strani messaggi di scuse alternati ad assurdi tentativi di giustificare il proprio operato. L’arma di persuasione di SBF era duplice: i soldi e una filosofia chiamata “altruismo efficace” con cui convinceva associazioni, attivisti e politici di voler spendere milioni, anzi miliardi, in settori legati alla sostenibilità (come ambiente, sociale e governance). In un’intervista rilasciata a Kelsey Piper, una giornalista del sito Vox, SBF ha vuotato il sacco, confessando che tutte le dichiarazioni ambientaliste, filantropiche ed etiche erano “solo Pr”. Ora c’è anche il rischio che la caduta rovinosa dell’azienda segni un punto di non ritorno per tutto il settore crypto, che dallo scorso marzo sta attraversando un periodo di forte crisi.

 

Negli ultimi anni il mercato finanziario americano è stato trainato dalle imprese tecnologiche e dalle criptovalute. Un flusso di operatori è uscito dalla finanza “tradizionale” verso nuove forme di finanza “diffusa”. Ma ora ci sono dei problemi.

 

“Molti hanno paragonato il crollo di SBF a quello della Long-Term Capital Management, o Lehman Brothers. No. La Federal Reserve è intervenuta nel 1998 e nel 2008 per evitare che questi collassi diventassero delle crisi finanziarie; nel caso di Lehman Bros, è toccato al Tesoro. Alcune cose sono davvero ‘too big to fail’. Questo non sta succedendo ora perché né Ftx né il cripto sono così grandi”. Secondo un'analisi pubblicata su Bloomberg e tradotta dal Foglio dello storico di Stanford Niall Ferguson – da sempre scettico su Bankman-Fried –, per capire la caduta di SBF bisogna cercare le lezioni nella storia.

 

  

Un altro classico elemento della storia di FTX che si riscontra altrove, dice Ferguson, sono i rapporti oscuri con la politica.

 

SBF negli anni scorsi si era prodigato a investire parte della sua fortuna in aziende, enti e movimenti politici di stampo progressista. Secondo alcune stime, l’imprenditore avrebbe donato 40 milioni di dollari al Partito democratico in vista delle recenti elezioni di metà mandato. Così la destra vuole trasformare il crack in uno spauracchio per dimostrare la corruzione dei dem.

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