Ampio imbarazzo

La gaffe di Orsini sul nome del giornalista “Broad” deve far vergognare tanta gente

Google translator che smaschera la millantata traduzione simultanea. Più che al sociologo, dovrebbero provare imbarazzo i tanti conduttori televisivi e le testate che in una situazione drammatica come la guerra in Ucraina hanno legittimati un personaggio simile

La scena è talmente imbarazzante che rischia di stargli appiccicata addosso per molti anni. Alessandro Orsini – il sociologo che dal primo giorno dell’invasione della Russia non ha smesso di invocare sulle televisioni italiane la resa dell’Ucraina e le colpe della Nato – in un video su YouTube si è messo a discutere del memorandum di Budapest del 1994 incartandosi con il traduttore automatico.

    

Mentre cerca di spiegare, alla sua maniera, se la Russia abbia violato o meno quell’accordo (certo che sì, anche se lui dice di no), Orsini parte: “Leggerò un articolo del New York Times e l’autore è William J. Ampio, che è proprio come si scrive A-M-P-I-O”. Per essere più preciso con le fonti, insomma, Orsini fa anche lo spelling. “Continuo a tradurre al volo dall’inglese, perdonate qualche pausa”, dice.

     

Il problema è che il giornalista Ampio non esiste: l’autore in questione è il premio Pulitzer William J. Broad. Evidentemente Orsini si è affidato a qualche traduttore automatico, come Google Translate, che ha tradotto il cognome “Broad” nel termine italiano “ampio”. Un po’ come se qualche personaggio americano, nel voler parlare della disinformazione filorussa in Italia, avesse citato gli articoli sul Fatto quotidiano di Alessandro Littlebears. Si tratta di una figura misera per chi da mesi imperversa nelle tv presentandosi come uno studioso serio, l’unico accademico che analizza i fatti e i documenti con rigore mentre tutti gli altri sono asserviti alla Nato. La gaffe è penosa, ma non dovrebbe far imbarazzare più tante altre uscite del tipo “Putin ha già vinto, l’Ucraina è persa” e “mi scrivono le mamme di Mariupol”. Ma soprattutto, più che Orsini, questa scenetta dovrebbe far vergognare i tanti conduttori televisivi, soprattutto della televisione pubblica, e le testate giornalistiche che in una situazione drammatica come la guerra in Ucraina hanno dato spazio e legittimità a un personaggio come Orsini. A loro spetterebbe un esame di coscienza. Questo sì bello ampio.

Di più su questi argomenti: