A milano
Dopo l'evasione, tre detenuti sono tornati in carcere. Al Beccaria arriva il direttore del dip. di Giustizia minorile
Sette detenuti sono fuggiti dall'istituto per minori. Due sono stati rintracciati, un altro è rientrato autonomamente mentre proseguono le ricerche. Proteste e incendi nel penitenziario. Le autorità provano a capire le dinamiche dell'accaduto, mentre i sindacati di polizia denunciano la mancanza di sicurezza
Il direttore generale del dipartimento di Giustizia minorile, Giuseppe Cacciapuoti, arriverà verso mezzogiorno all'istituto Beccaria di Milano per provare a capire le dinamiche dell'evasione di sette detenuti, avvenuta ieri, alle 16.30 del giorno di Natale. Due di loro in serata erano già stati rintracciati. Un altro sarebbe rientrato autonomamente questa mattina. Intanto, sull'accaduto stanno già indagando la Procura di Milano e la Procura per minorenni.
"Hanno approfittato dei lavori in corso, che durano da svariato tempo per aprirsi un varco nella recinzione e poi scavalcare il muro di cinta". Lo racconta Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, secondo il quale quello che è successo ieri "non è un bollettino di guerra, bensì un ordinario pomeriggio di Natale presso l’istituto penale per minorenni 'Cesare Beccaria' di Milano". Sempre lui sottolinea come l'istituto sia "destinato a contenere ragazzi che poi tanto ragazzi non sono visto che la loro età può spingersi fino a 25 anni" - tre degli evasi hanno fra i 18 e i 19 anni -, e ancora, evidenzia come a suo parere non si tratti affatto di persone con un "minore spessore delinquenziale rispetto agli adulti".
La cronaca del pomeriggio del 25 dicembre 2022 descrive quindi sette giovani detenuti, che, approfittando di un momento in cui erano controllati da un solo agente, hanno aspettato che si distraesse, scavalcato la recinzione lungo via Calchi Taeggi, e sono fuggiti. "Ora è prioritario catturare gli evasi", ha affermato Donato Capece, segretario generale del Sappe (sindacato autonomo di polizia penitenziaria). Ma intanto, sempre nel pomeriggio di ieri, a seguito dell'evasione, altri detenuti hanno acceso dei piccoli fuochi all'interno delle loro celle in segno di protesta. Hanno incendiato materassi e altri oggetti nel cortile dell'istituto e quattro agenti sono stati portati in ospedale per intossicazione.
Secondo i sindacati di polizia e le autorità è necessario riportare l'attenzione sulla sicurezza di chi lavora nelle carceri, con un occhio di riguardo alle strutture minorili, nelle quali i detenuti possono restare di fatto fino a 25 anni. Il segretario del Sappe chiede che si riconduca la "complessa e problematica" Giustizia minorile nel dipartimento della più ampia Amministrazione penitenziaria. Lo ritiene necessario, come "conferma questa clamorosa evasione". Nell'opinione di Capece inoltre i vari governi che si sono alternati negli anni hanno di fatto "affidato il carcere ai detenuti e depotenziato il ruolo della polizia penitenziaria".
Eppure nelle carceri la sicurezza dei detenuti stessi è ai minimi storici, tanto che quest'anno l'associazione Antigone ha registrato 82 suicidi - l'ultimo il 21 dicembre: il numero più alto da quando si monitora questo dato. Mentre le proteste nelle carceri e negli istituti si sono acuite, soprattutto per motivi sanitari: sia per questioni di trascuratezza di ordine generale dovute a cause strutturali - mancanza di medici specializzati o di procedure adeguate per le cure -, sia per problemi straordinari, dapprima la pandemia e la malagestione all'interno delle strutture, e poi, durante l'estate, il caldo, e la mancanza di acqua, di ventilatori, di finestre.