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Benzinai aperti da stasera: "Revochiamo lo sciopero per i cittadini"
Dopo l'incontro al Mimit i sindacati di categoria decidono di sospendere il secondo giorno di serrata: "Non ha più alcuna ragione di essere", dicono. Non c'è un accordo sulle modifiche al decreto Trasparenza. La trattativa si sposta in Parlamento
"Il secondo giorno di sciopero lo revochiamo a favore degli automobilisti, non certo per il governo". Dopo l'incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy di questo pomeriggio, l'ennesimo convocato dal governo per trattare con i rappresentanti di categoria, i due sindacati che avevano indetto la serrata per 48 ore fanno sapere che sospenderanno da stasera la chiusura degli impianti. "Pur riconoscendo di aver potuto interloquire in maniera costruttiva con il ministero che si è speso per diventare interlocutore propositivo, l'incontro ha confermato il persistere di molte criticità", dicono Fegica e Figisc/Anisa in una nota congiunta. La terza sigla, la Faib, aveva già scelto di terminare lo sciopero da stasera.
"Appare ormai chiaro che ogni tentativo di consigliare al governo ragionevolezza e concretezza non può o non vuole essere raccolto", si legge nel comunicato. "Per questa ragione anche insistere nel proseguire nell'azione di sciopero, utilizzata per ottenere ascolto dal governo, non ha più alcuna ragione di essere. Tanto più che uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verità dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, è stato abbondantemente raggiunto. I cittadini italiani hanno perfettamente capito. È, quindi, a loro, ai cittadini che i benzinai si rivolgono, non certo al governo, revocando il secondo giorno di sciopero già proclamato, eliminando ogni possibile ulteriore disagio, a questo punto del tutto inutile".
Fallita la trattativa con il ministro Adolfo Urso – che oggi non era presente all'incontro per impegni istituzionali a Bruxelles – l'attenzione si sposta ora in Parlamento, dove è in corso l'iter di conversione del decreto Trasparenza sui prezzi. Le richieste di modifica potrebbero trovare spazio negli emendamenti presentati al decreto, ma rispetto alle proposte fatte da Urso a nome del governo i sindacati dicono che "non rimuovono l'intenzione manifesta di individuare i benzinai come i destinatari di adempimenti confusi, controproducenti oltreché chiaramente accusatori".
Al Foglio, il capogruppo di Forza Italia in commissione Attività produttive della Camera, Luca Squeri, ha spiegato che si farà promotore di un emendamento per modificare la norma che obbliga i gestori a esporre il cartello con il prezzo medio nazionale, uno dei punti su cui il governo non ha voluto finora cedere. L'idea, proposta dagli stessi benzinai durante gli incontri con Urso, è quella di sostituire i numeri con un qr code collegato al sito dell'Osservaprezzi, un portale istituzionale che ogni giorno calcola il prezzo medio nazionale sulla base dei dati comunicati dai gestori.
Il dialogo dei rappresentanti della filiera con il ministero delle Imprese e del Made in Italy non sarà comunque interrotto. Dall'inizio di gennaio è stato aperto un tavolo tecnico che si propone di riformare il settore affrontando i problemi strutturali del settore, dalle frodi alla razionalizzazione della rete. Il prossimo incontro si terrà l'8 febbraio.
Servizio video di Giorgio Caruso