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Terremoto in Turchia e Siria: circa 2.600 i morti, più di 10 mila i feriti

redazione

Un sisma di magnitudo 7.8 ha interessato la regione al confine tra i due paesi. "Abbiamo bisogno di aiuti per salvare la nostra gente", dice la protezione civile siriana. Nel corso della mattinata altre due scosse hanno fatto tremare l'area

Sono 1.651 le vittime, circa 9.700 i feriti e 3.500 i palazzi distrutti in Turchia a seguito del terremoto di magnitudo 7.8 di stamattina alle 4:16 (ora locale) con epicentro a sud-est della Turchia, vicino al confine con la Siria. Dopo la terza scossa da 6.0 gradi della scala Richter il vicepresidente turco Fuat Oktay ha fornito un aggiornamento sui danni. La seconda scossa di terremoto aveva come epicentro la città di Kahramanmaras ed era di magnitudo 7.5, leggermente più debole della prima, che aveva come epicentro Gaziantep. L'ultima stima riportata dall'agenzia Afp per la Siria parla di 810 persone uccise e almeno 2.000 feriti. In tutto, secondo quanto riporta la Bbc, sarebbero più di 2.600 le vittime del terremoto. La città con il secondo numero di morti più alto è Kahramanmaras, dove sono state segnalate settanta vittime. Il sisma è stato avvertito fino al Libano. Ci sono centinaia di morti e feriti tra Turchia e Siria. Secondo il sismologo dell'University College London Stephen Hicks, quello di questa notte potrebbe essere il più grande terremoto mai registrato in territorio turco. Inoltre milioni di rifugiati siriani vivono vicino all'epicentro: in tutto la Turchia ne accoglie 3,7 milioni.

Sia in Turchia che in Siria dalla notte hanno preso il via le operazioni di ricerca dei sopravvissuti tra le macerie degli edifici. "Le nostre squadre di ricerca e soccorso sono state inviate immediatamente nelle regioni colpite dal terremoto. Il ministero degli Interni e il ministero della Salute, così come l'Autorità per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad), i governatorati e tutte le altre istituzioni, sono intervenuti rapidamente. Coordiniamo anche le opere avviate dopo il terremoto. Speriamo di sopravvivere a questo disastro il più rapidamente possibile e con il minor numero di danni, e continuiamo a lavorare", ha fatto sapere Erdogan in un comunicato. Molti sono ancora intrappolati sotto le macerie, quindi le operazioni di soccorso proseguono, anche se c'è il rischio che vengano ostacolate dal maltempo. La Mezzaluna turca ha invitato i cittadini a fare donazioni di sangue per aiutare i feriti.  

Ismail Al Abdullah dell'organizzazione di Protezione civile White helmets ha parlato alla Bbc da Sarmada in Siria, vicino al confine: "Molti edifici in diverse città e villaggi nel nord-ovest della Siria sono crollati, distrutti da questo terremoto. Ancora adesso, molte famiglie sono sotto le macerie. Stiamo cercando di salvarle ma è un compito molto difficile per noi. Abbiamo bisogno che la comunità internazionale faccia qualcosa, ci aiuti, ci sostenga. La Siria nordoccidentale è ora un'area disastrata. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti per salvare la nostra gente".

Oktay ha fatto sapere che le scuole nelle province colpite (Kahramanmaraş, Hatay, Gaziantep, Osmaniye, Adıyaman, Malatya, Şanlıurfa, Adana, Diyarbakır e Kilis) resteranno chiuse per una settimana.

(foto EPA)

Dalle prime ore di lunedì era scattato nelle regioni meridionali italiane un allarme maremoto. Allarme però rientrato. Così come è stata ripristinata la normale circolazione dei treni in Puglia, Sicilia e Calabria. "Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, segue costantemente, aggiornata dal Dipartimento della Protezione civile, gli sviluppi del devastante terremoto che ha colpito la Turchia, al confine con la Siria. Esprime vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite. La Protezione civile italiana ha già fornito la propria disponibilità per contribuire al primo soccorso", ha fatto sapere Palazzo Chigi in una nota.

Da tutta la comunità internazionale arrivano messaggi di solidarietà nonché impegno sull'aiuto pratico alla regione. Il primo ministro olandese, Mark Rutte, ha annunciato l'invio in Turchia e Siria di una squadra di ricerca e soccorso olandese che si unirà a quelle in loco. Anche il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, ha dichiarato che il suo paese "mobiliterà le risorse disponibili per assistere le popolazioni colpite". Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha fatto sapere che "ovviamente" invierà aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto. Mentre il presidente francese Emmanuel Macron si è detto pronto a sostenere i territori in emergenza e ha aggiunto: "I nostri pensieri vanno alle famiglie in lutto". 

Insieme a loro, anche i governi di Serbia e Svezia hanno annunciato l'invio di aiuti. Anche Israele si è detta subito disponibile al supporto alla regione interessata. Alcune scosse sono state avvertite anche nello stato ebraico, oltre che nei territori della Palestina. 

Anche il presidente russo Vladimir Putin - che ha chiesto a Erdogan di portare "parole di sostegno" alle famiglie delle vittime - ha annunciato che la Russia è "pronta a fornire l'assistenza necessaria". Putin ha porto le sue condoglianze sua alla Turchia sia alla Siria, e al presidente siriano Bashar al-Assad ha detto di essere disposto ad aiutare la popolazione quanto basta "per superare l'impatto di questo disastro naturale".  

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