La decisione
L'inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione del Covid: cosa si sa e chi riguarda
I pm hanno aperto un'indagine, fra gli altri, per l'ex premier Conte, l'ex ministro della Sanità Speranza e il governatore lombardo Fontana. Le accuse sono di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio
La procura di Bergamo ha chiuso ieri l'inchiesta sulla gestione della prima fase pandemica nella Bergamasca, aprendo un'indagine per diciannove persone fra cui figurano l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l'ex ministro della Sanità Roberto Speranza, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore al Welfare, Giulio Gallera. Fra i nomi, ci sono anche quelli del presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.
L'inchiesta ha riguardato le mancate zone rosse nel Lodigiano, i morti nelle Rsa della Val Seriana, il caso dell'ospedale di Alzano e i mancati aggiornamenti dei piani pandemici, fermi al 2006. La Guardia di finanza ha quindi avviato le notifiche per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio. Per l'ex premier Conte e l'ex ministro Speranza si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri di Brescia, mentre per gli altri indagati il centro dell'inchiesta rimarrà a Bergamo.
Secondo il consulente dei pm, Andrea Crisanti (che oggi è senatore del Pd), si sarebbero potuti evitare più di quattromila morti se si fosse decisa una chiusura della Val Seriana dal 27 febbraio. Il parere della procura è che il governo, la Regione Lombardia e i tecnici dell'emergenza avevano a disposizione tutti i dati necessari per procedere alla zona rossa.
L'inchiesta è stata condotta da un pool di magistrati guidati dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota congiuntamente alla Guardia di finanza. Ancora il 28 gennaio scorso, il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, aveva parlato di "gravi omissioni nella valutazione dei rischi pandemici e nella gestione della prima fase della pandemia". Chiappani aveva poi citato le "oltre tremila vittime accertate" durante la primavera del 2020 nella Bergamasca.
Le dichiarazioni degli indagati
L'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato la sua "massima disponibilità e collaborazione con la magistratura", dicendosi "tranquillo di fronte al paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità". L'ex ministro della Sanità, Roberto Speranza, ha affermato in una nota di aver "sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto", aggiungendo di essere "molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore". Dure le parole del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: "È vergognoso che una persona sentita all'inizio dell'indagine come una persona a conoscenza dei fatti, perché io ero stato sentito come testimone, scopra dai giornali di essere trasformata in un indagato", ha detto intervenendo ai microfoni di Rai Radio 1.