Rocco e il porno etico
Passa di mano Pornhub, a un investitore italo canadese, Rocco Meliambro, che gestisce una "Ethical Capital Partners"
Finora di Rocco celebre del porno ce n’era uno solo. Ma adesso lo scettro passa a un altro. Sempre italiano, anzi italo-americano, pare che ieri tale Rocco Meliambro, manager italo-canadese, con la sua Ethical Capital Partners abbia rilevato l’impero erotico di Pornhub.
La società acquisita si chiama MindGeek e ingloba YouPorn, Pornhub, Tube8, Xtube, SexTube e Redtube, insomma un empireo onanistico che passa di mano a Ethical Capital, neonato fondo di investimento canadese che investe in diversi settori tra cui la cannabis. Meliambro è sconosciuto ai più, qualche notizia si trova fra gli annuari dei money manager, e un omonimo in libri sulla ’ndrangheta calabrese ottocentesca. Mentre Pornhub si sa che è il leader del settore, il più visitato del mondo, dopo aver battuto il maggiore YouPorn con cui oggi alligna nella stessa holding. Adesso arriva anche l’immancabile documentario Netflix che racconta la sua storia, si chiama “Money Shot” e con fantastico tempismo racconta luci e ombre del sito nato nel 2007, parecchie le ombre: Pornhub è stato bloccato già in diversi paesi del mondo.
Nel 2013 è stata censurato in Cina, nel 2014 in Russia e nel 2017 nelle Filippine. Sono seguite le censure di India e Thailandia. Tre anni fa poi Mastercard aveva sospeso i suoi pagamenti al sito dopo che il New York Times aveva riferito di abusi vergognosi tra cui impiego di contenuti tra minorenni e non consenzienti. Una lunga inchiesta del premio Pulitzer Nicholas Kristof sul Nyt aveva dimostrato che il sito (canadese anche questo) permetteva di condividere video e immagini di stupri. Così il gestore di carte di credito aveva staccato la spina, seguito da Visa e PayPal. La notizia era stata abbastanza sorprendente visto che Pornhub si poneva come sito erotico “etico” pure lui. Addirittura a un certo punto si offrì di aiutare l’Inps, sì, l’italiana Inps,quando i server dell’istituto della previdenza crollarono, nel 2020. Qualcuno si ricorderà, l’Inps aveva lanciato un bonus da 600 euro destinati alle partite Iva danneggiate dal Covid. Oggi è tutto dimenticato, l’unico bonus rimasto nella memoria è quello super.
Ma per quel bonus pur minore i server italici andarono in crash, come si dice, e quelli di Pornhub, burloni, corsero in semiserio aiuto offrendo i loro. Era, anche quello, un gesto abbastanza etico (ma forse lo sarebbe stato di più offrire abbonamenti gratis ai poveri pensionati in lockdown o alle migliaia di impiegati dell’ente pubblico romano in smart working, vabbè).