Redazionale
Scrittori di viaggio: Fs scopre un nuovo talento degli italiani
Oltre duemila autori esordienti hanno inviato i loro racconti a Ferrovie dello Stato per un concorso letterario promosso nell’ambito del Salone del Libro di Torino. In cantiere c'è già la prossima edizione
Che gli italiani siano un popolo di scrittori piuttosto che di lettori assidui (livello sotto la media europea, con un forte divario tra nord e sud e un ancor più forte divario di genere che vede le donne leggere molto più degli uomini), è una tendenza che si è evidenziata da qualche anno. Quello che si sapeva meno è che avessero la vocazione a raccontare di viaggi (del resto, santi e navigatori lo sono già). Il numero di scritti ricevuti dal gruppo Ferrovie dello Stato per il concorso letterario promosso nell’ambito del Salone del Libro di Torino – con un nome che è tutto un programma “A/R Andata e Racconto. Appunti di viaggio” – è andato molte oltre le attese: 2100 inviati da altrettanti aspiranti autori nel periodo che va dal 5 dicembre 2022 al 3 febbraio di quest’anno. E sarebbero stati anche di più se non ci fosse stato un controllo rigoroso su un requisito ritenuto fondamentale dal Premio e cioè che i racconti dovessero essere davvero inediti e gli autori dei veri esordienti. Alla fine, ne sono stati premiati quattro domenica scorsa al Salone su una rosa di 25 finalisti (di cui 17 donne) selezionati da una giuria di scrittori affermati: Enrico Brizzi, Fabio Genovesi, Antonella Lattanzi, Andrea Marcolongo, Matteo Nucci, Antonio Pascale, Lorenza Pieri, Veronica Raimo e Marco Mancini, quest’ultimo direttore responsabile delle Edizioni La Freccia del Gruppo FS. Ecco i nomi dei vincitori e quelli dei loro racconti: Rebecca Buselli con “La biologia di ferro”; Francesca Dentis (“Senza nebbia”); Dario Manti (Il diavolo nella botte”); Daniela Tallini (“Posti vuoti”).
Un aspetto interessante è che dagli oltre duemila racconti, la dimensione del viaggio non è inteso solo come esplorazione di luoghi ma anche come percorso di conoscenza di sé. Viaggio nel tempo e nelle epoche passate, nel presente e in mondi immaginari. Viaggio come sfida, superamento dei propri limiti e riconquista della libertà. Tanti sono stati i racconti ambientati in treno che gradualmente avvicina i personaggi a una meta, reale o simbolica, favorisce incontri e dolcemente introduce nelle stazioni ferroviarie, dove si aprono nuovi mondi e iniziano nuovi racconti. La giuria si è detta sorpresa dall’età giovane della maggior parte dei finalisti, oltre che dalla qualità e varietà di temi affrontati. Elemento ricorrente è la corrispondenza tra il viaggio in treno e il viaggio nel tempo con il suo trascorrere e le sue inevitabili evoluzioni. Presente in tutti i venticinque racconti è l’evidente legame tra il viaggiare e il narrare. Sia i protagonisti del viaggio che quelli del racconto hanno, infatti, la caratteristica di arrivare al termine del loro percorso cambiati rispetto a quelli che erano all’inizio. Si muta viaggiando e si viaggia scrivendo, immaginando e costruendo delle narrazioni. Insomma, se non è nato un nuovo genere letterario tutto italiano (in fondo un successo come “La ragazza del treno” della scrittrice inglese Paula Hawkins cos’è se non un racconto che nasce da quel che la protagonista crede di vedere succedere da un finestrino di un vagone in una villetta nel suo andirivieni quotidiano da Londra?), poco ci manca.
Il concorso di Ferrovie dello Stato, che nasce come una sfida, un esperimento per rafforzare l’impegno a favore dei libri avviato prima della pandemia con l’iniziativa di una piccola biblioteca a bordo del Frecciarossa no stop – già promette di diventare un appuntamento fisso visto che la platea di aspiranti scrittori non manca. Il gruppo guidato da Luigi Ferraris, infatti, ha già annunciato che lavorerà a una seconda edizione e di voler dar voce a tutti i finalisti di quella appena passata attraverso dei podcast. L’idea, innovativa per un’azienda ferroviaria, è di fare della cultura un elemento centrale del sistema della mobilità del paese. “Il gruppo Fs fa viaggiare i treni e questo è indubbiamente il suo core business – osserva Marco Mancini, che è anche responsabile media relation – ma ha creato e sta creando sempre più un legame forte con la società civile, con la cultura, con il mondo dell’arte e della letteratura. Questo sostegno è una vocazione naturale per il Gruppo, impegnato costantemente nel garantire la libera circolazione di persone, idee e talenti, favorendo viaggi nei luoghi dove si celebra la cultura”.