Ricordi in libertà
Un nuovo equilibrio tra i poteri dello stato: grazie Berlusconi
Nessuno oggi può seriamente mettere in dubbio che Silvio Berlusconi sia stato oggetto di una aggressione politico-giudiziaria che non ha precedenti nella storia della Repubblica, ci scrivono le Unioni camere penali italiane
I penalisti italiani esprimono il loro partecipe cordoglio per la morte del Presidente Silvio Berlusconi, protagonista indiscusso degli ultimi trent’anni di vita politica ed istituzionale del Paese. Nessuno oggi può seriamente mettere in dubbio che Silvio Berlusconi sia stato oggetto di una aggressione politico-giudiziaria che non ha precedenti nella storia della Repubblica. Decine e decine di indagini e di processi, con accuse fino alla collusione mafiosa ed al ruolo di mandante di stragi, conclusesi con una sola condanna per elusione fiscale, ne sono la più evidente, impressionante conferma, che ci restituisce l’amara realtà di un Paese nel quale l’esercizio dell’azione penale è divenuto – e non solo nei confronti di Silvio Berlusconi – strumento privilegiato di lotta politica. I penalisti italiani esprimono l’auspicio che possa ora aprirsi una riflessione finalmente serena, leale e proficua, su ciò che la vicenda politica e giudiziaria di questo importante leader politico lascia in eredità al nostro Paese. Si metta mano ora, con rinnovato impegno, e con piena indipendenza del potere politico dai condizionamenti tutt’ora invasivi del potere giudiziario, al varo di quella riforma della giustizia penale che anche Silvio Berlusconi auspicava e sosteneva, volta a ristabilire la più netta separazione tra i poteri dello Stato, e ad affermare finalmente in Italia, a partire dalla separazione tra magistratura inquirente e quella giudicante, una idea liberale del diritto penale e del giusto processo.
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