L'intervista
Altamura (Anci): “Bene il codice della strada di Salvini, ma ora educazione e autovelox”
Il comandante dei vigili di Verona e delegato dell'Anci per la sicurezza condivide le nuove norme: "Ma sarebbe stato più corretto approvarle per decreto"
“Da questa mattina me lo chiedono in tanti ‘ma è vero che da oggi ci ritirate la patente se stiamo al telefonino?’ io purtroppo ho dovuto spiegare che no, non è così se sulla patente hai ancora tutti i punti”, dice con un pizzico di ironia Luigi Altmaura, comandante dei vigili di Verona e delegato Anci per la sicurezza stradale. L’approvazione in consiglio dei ministri del nuovo Codice della Strada firmato dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini è stata rinviata alla prossima riunione del governo. La bozza di 18 articoli con le nuove norme circola però già da due giorni. Sospensione della patente a chi guida dopo aver assunto sostanza stupefacenti a prescindere dallo stato di alterazione (com’era finora), mini sospensioni della licenza (di 7 o 15 giorni) per chi guida usando il telefono, contromano e per tutte le altre violazioni statisticamente più rilevanti. Tutto questo però solo se si hanno già meno di 20 punti. Poi, targhe e assicurazione per i monopattini elettrici, regole per il superamento sicuro dei ciclisti e corsi extracurricolare nelle scuole superiore sulla sicurezza stradale. “Al ministro – dice Altamura – bisogna senz’altro riconoscere una grande capacità di ascolto, ha sentito almeno 50 tra associazioni ed enti prima di scrivere le nuove regole”.
Molte cose lo convincono, ma non tutto. A partire dal metodo. “Ci voleva più coraggio”, dice. “Se si presenta una legge per affrontare un’emergenza come quella delle morti sulla strada lo si fa con un decreto legge, in questo modo avremmo affrontato i mesi più pericolosi, quelli estivi, con questo nuovo pacchetto di norme”. Lo preoccupano i tempi insomma: “Ricordo che la legge sull’omicidio stradale ebbe bisogno di cinque passaggi in aula e due fiducie prima di essere approvata”. Nel merito invece a non convincere il comandante è il meccanismo delle mini sospensioni, valido solo per coloro che hanno meno di 20 punti sulla patente. Secondo il vigile la norma avrebbe dovuto essere più dura. “In Italia – dice –, sono i dati del Mit, il 98 per cento dei patentati ha 20 o più punti, quindi è una scelta corretta e giusta, ma rischia di colpire solo pochissimi, d’altronde quando arrivano i verbali, sembra incredibile, troppi furbetti cercano il parente più anziano al quale ‘accollar’e la decurtazione dei punti”. Per il comandante dunque: “Sarebbe stato meglio estendere la regola delle mini sospensione a tutti, ricordo che gli incidenti per distrazione, spesso legati all’uso del telefonino, sono la principale causa d’incidente in Italia, causano il 18 per cento dei sinistri”. Sul resto Altamura è convinto si stia andando nella direzione giusta “Ma – dice – la repressione non basta”. Cosa serve? “L’educazione – risponde il comandante – nel nuovo codice ci sono i corsi per i ragazzi, ma serve intercettare anche i 40-50 enni che l’educazione stradale non l’hanno mai fatta”.
C’è poi una questione di dotazioni e infrastrutture. “Le statistiche ci dicono che l’alta velocità è tra le tre principali ragioni di incidente e dunque far rispettare i limiti è assolutamente necessario. Da un lato controllando con gli autovelox, dall’altro con dossi e rotonde per costringere gli automobilisti ad andare più piano”. Nella riforma su un aspetto problematico degli autovelox si è intervenuti. “Esatto”, dice Altamura. “Salvini ha superato un cavillo che gli avvocati usavano per chiedere ai Tar l’annullamento di tantissimi verbali, ora non sarà più possibile”. C’è chi dice però che i dispositivi del controllo della velocità vengano usati troppo spesso dai comuni per fare cassa . “La legge – ricorda il comandate – prevede che il 50 per cento degli incassi da sanzioni per violazione del codice della strada vadano a interventi per la sicurezza stradale o l’educazione, per quanto riguarda le multe fatte attraverso gli autovelox questa percentuale sale addirittura al 100. Se ci sono comuni che violando la legge ci fanno cassa devono essere sanzionati, i controlli del ministero ci sono per questo, mentre i prefetti possono controllare dove i dispositivi sono posizionati, se non ci sono ragioni di sicurezza , possono chiedere la rimozione o lo spostamento, il prefetto di Verona, ad esempio, in alcuni comuni della provincia lo ha fatto”.
Il comandante ricorda che proprio quest’anno compie 20 anni la patente a punti: “E’ stato un provvedimento eccezionale, non è solo per quello, ma se guardiamo i dati di oggi rispetto a quelli di 20 anni fa ci rendiamo conto dei passi in avanti fatti: dalle 7.130 vittime del 2002 alle 3.170 del 2022, quest’anno invece i morti sono in linea con quelli del 2019 (solo sette in meno ndr) possiamo e dobbiamo fare di più”.