il racconto
Un mese senza Silvio. La messa di FI per ricordare Berlusconi: "Nessuna polemica con la famiglia"
Da Mulè a Rita dalla Chiesa, deputati e senatori forzisti si ritrovano alla Basilica di Sant'Eustachio per il trigesimo del Cav. organizzato da Licia Ronzulli. C'è anche Gianni Letta. Fascina e i figli restano ad Arcore
"Ogni giorno è peggio, questa è la verità. Il dolore e la mancanza ogni giorno è maggiore e inversamente proporzionale rispetto al tempo che è passato, fatto di ricordi personali. Non passa". E' il ricordo commosso di Giorgio Mulé, Forza Italia, vicepresidente della Camera, mentre lascia la Basilica di Sant'Eustachio a Roma, dove si è svolta ieri sera la messa per il trigesimo di Silvio Berlusconi.
Celebrata da monsignor Mario Laurenti, la messa per il Cav. rischiava di diventare un caso all'interno di Forza Italia. I figli avevano ricordato Silvio Berlusconi con una celebrazione privata nella cappella di villa San Martino ad Arcore mentre i senatori di Forza Italia, capitanati dalla capogruppo Licia Ronzulli, aveva organizzato una messa in ricordo di Berlusconi con parere contrario (si vocifera) sia di Marta Fascina che dalla famiglia Berlusconi. La polemica viene spazzata via totalmente da Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia, che afferma: "Nessuna polemica, preghiamo!". La prima ad arrivare alla Basilica di Sant'Eustachio è Rita dalla Chiesa che, dopo pochi minuti, va via.
Subito dopo arriva Gianni Letta che non rilascia nessuna dichiarazione ai cronisti e fila dritto tra i banchi della Basilica. Oltre a Licia Ronzulli - l'artefice della messa in ricordo di Berlusconi - e Paolo Barelli, presenti anche Claudio Lotito, la ministra per il Turismo Annamaria Bernini, Maurizio Gasparri, Sestino Giacomoni e Giorgio Mulé, che arriva a celebrazione iniziata. Pochi i deputati e senatori di Forza Italia presenti. "C'erano solo i parlamentari che sono rimasti a Roma, poi c'è chi ha avuto impegni: il ministro Tajani era a Vilnius, il ministro Zangrillo era altrove. E' un momento delicato, intimo, non dovevamo né contarci, né nulla", ribadisce Giorgio Mulé.