Estate con Ester
Il Figlio del Perozzi, la Madre dei Gracchi, il Furio. Tipi estivi 2023
Identikit delle figure tipiche, dal bagnino tuttofare al camminatore instancabile per i sentieri montani. Ecco chi sarà il vostro vicino d'ombrellone e chi incontrerete al tavolo accanto durante le ferie di agosto
Il Samaritano
E’ un bagnino, forse barista, all’occorrenza cameriere, all’occorrenza chef, all’occorrenza psicologo. Classico kalòs e agathòs. Avanza sicuro tra le sdraio con un sorriso estivo e una muscolatura placida, generosa. Non è mai stanco, nemmeno quando la insopportabile pischelletta dell’ombrellone 12 chiede il gelato di Frozen che non c’è più, è finito, non c’è mai stato. Dopo cinque minuti di trattativa, s’accontenta di quello due gusti con il biscotto. Vanigliato speciale. Il Samaritano non si scompone, affonda il braccio fino al bicipite dentro un congelatore grande come l’Antartide e lo pesca al primo colpo senza guardare. Sorride. La bambina tra le moine lo proclama suo fidanzato ai genitori. E’ un eroe greco, d’inverno probabilmente studia e ha tutti trenta all’università e mantiene in Svizzera una sorella orfana. E’ impermeabile ai nervosismi di tutti, e di tutti conosce i guai, così agisce a copertura: coordina il marito che deve nascondersi in cabina per chiamare l’amante, lascia riposare venti minuti la madre esausta che maledice tutti i mari d’Europa e conta i giorni per tornare a casa, sorveglia la diciannovenne col libro che vorrebbe tanto conoscere il ragazzo che le garba e che però è già perdutamente innamorato del Samaritano.
Il Piccolo Vecchio, o anche il Figlio del Perozzi
In una delle scene-capolavoro di “Amici miei”, il Perozzi, giornalista, lascia in custodia il figlio Lucianino, anni dieci, dietro compenso, al Mascetti. Dopo una sera il ragazzino viene riportato di corsa dal padre. Guarda che con questo figliolo non hai scampo – gli dice Mascetti-Tognazzi. Questo vede tutto, nota tutto e scrive tutto. Forse per un eccesso di cure e stimoli culturali all’ingrosso, il Figlio del Perozzi è ormai la quota prevalente dell’infanzia in giro. In passato il Figlio del Perozzi era eccezione, erede di ottima borghesia, poco aduso alla compagnia dei coetanei. D’estate si salvava. Veniva infatti generosamente guarito dai compagni in spiaggia a suon di coppini. I Figli del Perozzi, questi minori indefessi, popolano ormai tutte le zone di villeggiatura, sfoggiano riflessioni, gesti meditati, avverbi improvvisi. Questa vecchiezza gli ha preso anche i volti, li vedi già stempiati, mosci, gli leggi nello sguardo solitudini di là da venire. Pronti a rampognare i genitori per una parola sgarbata, la poca attenzione mentre correggono il tema delle guerre puniche nei compiti delle vacanze, la sottiletta cruda nel toast.
La Madre dei Gracchi
Genitrice di due e anche tre creature, un futuro cavallerizzo di Harvard, l’altra ballerina e astronauta, l’ultimogenita certamente destinata alla letteratura. Tre bisce viziate che la trattano da maggiordomo. I vicini di ombrellone spesso allungano sguardi di disapprovazione, la Madre dei Gracchi reagisce fredda. Più angherie le fanno, più si convince che i suoi gioielli hanno carattere.
Il Furio
Tracollo della tradizione. E’ sparito il tamarro, l’italico cafone. Fino a qualche anno fa prevaleva nelle vacanze italiane Manuel Fantoni. Dirigente, manager, intellettuale, proprietario di barca o tatuato semplice, investitore in Borsa o proletario, sposato o non sposato, lo riconoscevi. Vago porco, ruffiano, un po’ patetico. O molto sulle sue apposta, o rumoroso per farsi notare prima. Poi qualcosa è cambiato. Sarà il cambio di un’epoca ma basta girare un po’ per spiagge, porti e ristoranti e li vedi, li senti, sono ovunque. I Furio. “Perché hai comprato questa crema solare a spruzzo? Non potevi prendere una crema normale? Hai preso un burro cacao con protezione?”. “Richiama Adalgisa perché la vedo che si sta mettendo lo smalto con un’amica”. “Bruno ma ancora la pasta al pesto? non l’hai già presa l’altro ieri?”.
Il Camminatore ricompensato
Va in montagna e scala, scala, scala fino a dove crollano gli stambecchi. In tanti, anche filosofi notabili e analisti, si sono chiesti negli anni il motivo dello sforzo inflitto al fisico in un periodo che dev’essere deputato al bivacco. Il panorama, le valli, il rassodamento delle cosce, due piatti di pizzoccheri, dimenticare il primo o l’ultimo amore.
La Padrona di Casa
Perché ogni “ma che bella casa!” viene accolto da un grazie a faccia storta da questo personaggio? Le donne odiano tutte le case, mai sazie di essere perennemente riordinate e abbellite con ondate maniacali di tutto vimini, tutto blu, tutto cinese, tutto sughero, tutto antico merletto, tutto stalla: figuriamoci le seconde o le terze: in cui sono costrette a segare il pane casereccio marmoreo o a infilarsi nel camino intasato; e per di più siccome si muore di noia e dopo un po’ nella campagna ci si sente impazzire (una ragione ci deve pur essere se i contadini veri la fuggono), il grande affanno è riuscire a convincere gli amici (in coppia, per carità) ad andare a visitarli. Tanto per dare un senso anche ai milioni sperperati nel fienile-salotto e alla stufa ammaccata estorta a caro prezzo a un villico che l’ha sostituita col più moderno degli impianti di riscaldamento, e alla raccolta un po’ sinistra di portafalcetti puzzolenti. E’ in queste domeniche, assaggiando vino locale particolarmente acido (“si sente, l’uva!”) e salame certamente mal riuscito, (“si sente il maiale!”) che le donne maturano e giustificano i loro tradimenti che perpetreranno in città come forma più giusta e non sempre spiacevole di vendetta. (N. Aspesi, “Lui! Visto da Lei”, Rizzoli).