Il progetto
Così Ferrovie dello stato aiuta il reinserimento sociale dei detenuti
La scorsa settimana è entrato nel vivo l'accordo siglato tra il ministero della Giustizia e Fs: cinque detenuti lavoreranno per Rete ferroviaria italiana e Trenitalia. L'obiettivo è estendere la pratica in tutto il paese
La scorsa settimana è entrato nella fase operativa il progetto "Mi riscatto per il futuro", il protocollo d'intesa firmato dal ministero della Giustizia, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e Ferrovie dello stato. L'accordo prevede l'attivazione di percorsi mirati a facilitare il reinserimento sociale dei detenuti: in cinque hanno iniziato a lavorare nelle stazioni ferroviarie. Il progetto, nato nel luglio 2022, mira a estendersi a più istituti penitenziari in tutta la penisola.
Cosa prevede il progetto
Cinque detenuti provenienti dalla Casa di reclusione di Milano Opera sono stati assunti da FS tramite le sue società Rete ferroviaria italiana (Rfi) e Trenitalia con contratti a tempo determinato di sei mesi. Sono stati selezionati con la supervisione della magistratura di sorveglianza e insieme a rappresentanti delle risorse umane di Ferrovie dello stato.
Dopo aver completato un percorso formativo dedicato a imparare il lavoro e la gestione delle responsabilità, i cinque neo assunti sono stati inseriti in ruoli chiave presso Rete ferroviaria italiana e Trenitalia: tre di loro sono stati assegnati al servizio con Rfi, rispettivamente nei ruoli di addetto alla "sala blu" per i servizi di assistenza ai viaggiatori con ridotta mobilità, addetto a supporto del referente di stazione e addetto a supporto dello staff di formazione della scuola professionale. Gli altri due operano in Trenitalia in qualità di addetti alla segreteria tecnica di impianto.
Per un detenuto l'inserimento sociale dopo lo sconto della pena è difficile per moltissime ragioni. L'obiettivo del programma è rendere più facile per chi è stato detenuto riappropriarsi della propria vita. Il protocollo "Mi riscatto per il futuro" è stato firmato proprio con lo scopo di promuovere l'istruzione, l'orientamento e la formazione professionale dei detenuti, supportando il loro coinvolgimento in programmi di pubblica utilità. L'obiettivo per le aziende coinvolte, ma anche per il ministero della Giustizia, è estendere l'iniziativa ad altre realtà penitenziarie in tutta Italia.
Le reazioni
"Le nostre carceri accolgono e custodiscono donne e uomini privati della libertà, ma non della loro dignità", ha dichiarato Andrea Ostellari, sottosegretario di stato al ministero della Giustizia. "Il compito principale delle istituzioni – continua – è collaborare al loro pieno recupero e al successivo reinserimento dei detenuti. La bella notizia è che questo compito si può svolgere insieme ad altri attori: imprese e aziende italiane, che scelgano di formare e avviare al lavoro detenuti e persone sottoposte a misure restrittive. Ferrovie dello stato è una di queste e merita la nostra gratitudine e il nostro incoraggiamento. Promuovere il lavoro significa investire nella sicurezza delle nostre comunità”, conclude.
Ha espresso grande soddisfazione anche il capo del Dipartimento d'amministrazione penitenziaria Giovanni Russo: "Abbiamo avviato una importantissima sinergia con uno dei più importanti gruppi industriali del paese. Per questo il progetto è potenzialmente in grado di interessare e coinvolgere tutti i 190 istituti penitenziari della penisola con un'opportunità di rieducazione e reinserimento della popolazione detenuta".
Anche l'amministratore delegato del gruppo FS, Luigi Ferraris, ha spiegato come, con il progetto, si dia una concreta attuazione "a un impegno innanzitutto sociale". L'auspicio, per l'ad, è di "estendere l'iniziativa a un numero sempre maggiore di penitenziari" per quella che è una collaborazione che contribuisce "alla diffusione di una cultura della responsabilità, presupposto fondamentale per sostenere quei cambiamenti necessari allo sviluppo del sistema paese e di cui il gruppo FS si rende portatore".