diatribe sotto l'albero
Prima i presepi, ora le lucine. Che noia le polemiche di Natale!
Pensavamo di averla scampata, e invece ecco la tradizionale querelle natalizia (bipartisan). Da destra a sinistra, non c'è scampo: quest'anno tocca a luminarie e decorazioni
Qualcuno, anni fa, aveva proposto di bandire Gesù bambino dalle recite scolastiche per non disturbare le altre culture religiose (spoiler: nessuno si era sentito offeso). Poi era arrivata l'assurda proposta di non parlare più di "vacanze di Natale", da sostituire con il più laico "Festa d'Inverno" (dicono sia più inclusivo). Poi è stata la volta dei crocifissi, dopo ancora dei canti natalizi. Ed ecco che anche quest'anno tornano le polemicuzze natalizie. Stavolta niente scarmucce sul presepe, un classicone. Pensavamo di averla scampata. E invece è toccato alle decorazioni natalizie diventare il nuovo terreno di scontro tra scemenze ideologiche. Diatribe bipartisan: da destra e sinistra, nessuno sembra volersi risparmiare.
Per la rubrica "castronerie da destra" ecco l’europarlamentare Paolo Borchia, segretario provinciale della Lega di Verona, prendersela con la "stella arcobaleno" allestita in piazza Bra, davanti all'Arena, rea di ricordargli troppo le nuances della comunità Lgbtq e di ledere la "nostra tradizione cattolica". Gli fa eco anche il deputato Ciro Maschio, coordinatore Fratelli d'Italia a Verona.
Mentre l'europarlamentare del Carroccio era alla ricerca dei colori del santo Natale ("Dove sono?" si è chiesto), l'onorevole FdI Fabio Rampelli ha dato libero sfogo alla sua fantasia (perchè ci vuole fantasia, bisogna ammetterlo) contro la stella rossa dell'albero di Natale del Campidoglio. Roba da Russia comunista, secondo lui. D'altronde c'era d'aspettarselo "in una città governata dal Pd" dice l'onorevole. Forse l'europarlamentare leghista, a cui stanno così a cuore le cromie natalizie, potrebbe chiamare il collega meloniano per fare un breve recap sui colori tradizionali del 25 dicembre. Scoprirebbe che il rosso è uno di quelli.
Non potevano mancare le boiate natalizie da sinistra. A Gavardo, in provincia di Brescia, c'è chi ha visto nelle luminarie con la scritta XMAS (diffusissima abbreviazione per "Christmas", Natale in inglese) un richiamo alla Decima Mas, il corpo militare della Repubblica di Salò. Il sindaco (del Pd) Davide Comaglio è stato costretto a pubblicare una lunga nota sui social per fare chiarezza sulla vicenda.
Niente da fare neppure per il carro armato "pacifista" di Modena, opera realizzata dall’artista Lorenzo Lunati. Il finto mezzo corazzato, guidato da un Babbo Natale luminoso, ha scritta sulla fiancata la parola "carro armato" con la “R” della seconda parola cancellata: ecco dunque un carro amato. Eppure l'installazione giocosa diventa "un tributo a uno strumento di guerra e morte", per la sezione locale di Rifondazione comunista (la notizia se mai è che Rifondazione esiste, alla faccia di Babbo Natale). E anche i grillini prendono le distanze con una nota: sia messo nero su bianco! Sulla scia di queste illuminanti polemiche, il tank pacifista è stato già danneggiato. Perché a Natale siamo tutti più buoni.