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Col popolo dei trattori tornano in piazza i Forconi. L'occhiolino della Lega
Dalla Sicilia a Bologna, passando per Roma, diversi agricoltori bloccano le strade e protestano contro il governo e l'Europa. Oltre ai problemi reali, ci si batte contro i burocrati e le scie chimiche. A guidare le proteste c'è una vecchia conoscenza: Danilo Calvani
Gli agricoltori "autonomi" scendono in piazza. Sulla scia delle manifestazioni dei contadini tedeschi e poi francesi, olandesi e rumeni - che protestano contro le politiche agricole e quelle "verdi" dell'Europa e le scelte dei governi nazionali - anche in Italia i trattori hanno iniziato a bloccare le strade. Dall'Emilia alla Sila, dalla Sicilia a Frosinone, sotto un ampio ombrello di comitati e coordinamenti. Nel calderone finisce un po' di tutto, problemi seri e fesserie: dal taglio ai sussidi per il gasolio alla carne coltivata, dalle farine d'insetti alle tasse, dalla richiesta di sgravi e fermi dei mutui a grottesche teorie della cospirazione.
Sit-in degli agricoltori a Cinecittà, quartiere a sud est di Roma. Fra i vari attivisti e le diverse sigle, ieri spiccava Andrea Libero Gioia, presidente dell'associazione Resistenza Resilienza Italiana 2020. Colbacco sintetico, versione nostrana dello sciamano trumpiano, dice che "bombardano il pianeta con le scie chimiche buttate dal cielo" e che i burocrati di Bruxelles "stanno eseguendo i diktat di espropriazione, per costruire le energie alternative sui terreni agricoli, secondo il principio del progetto green".
A Bologna, piazza della Costituzione, quartiere San Donato, l'armamentario retorico è lo stesso. Davanti al palazzo di vetro e cemento sede di Bper e Unipol, un centinaio di trattori. Anche Luisito Naldi, portavoce locale del "Cra (Comitati riuniti agricoli) - Contadini traditi", una delle sigle più bellicose, parla di scie chimiche, colossale e diffusa teoria del complotto. Tra applausi e trombette da stadio dice che "siamo già diventati schiavi dell'Europa" e che le "multinazionali ci stanno comprando tutto". Pensare che la povera Ue, agli agricoltori dà quasi la metà del bilancio.
A guidare i "Contadini traditi" c'è una vecchia conoscenza del movimentismo di destra, l'ex leader dei Forconi, Danilo Calvani da Pontinia. Oggi è coordinatore del Cra, ma ha un passato come dirigente della Lega Nord, è stato candidato sindaco a Latina già nel 2011 (sempre con il Cra, fu un bel flop) e poi leader nazionale dei Forconi. Poco più di dieci anni fa, nel dicembre del 2013, manifestazioni che a primo acchitto apparivano come spontanee bloccarono il traffico in diverse città italiane per protestare contro le tasse e la crisi economica, contro lo stato e il governo (allora a Palazzo Chigi c'era Enrico Letta). In realtà erano organizzate dal cosiddetto "movimento dei Forconi", populisti legati all’estrema destra dalla provenienza variopinta: c'era il nocciolo duro degli autotrasportatori, ma poi si aggregarono gruppi di agricoltori, di operai, di ambulanti e di ultras. Ci furono anche scontri con la polizia. I Forconi si aspettavano - o almeno così scrivevano sui loro striscioni - una “Rivoluzione 9 dicembre”. La cosa invece durò poco. Stavolta riusciranno a vincere la loro battaglia contro Bruxelles? Difficile.
Oltre che con l'Ue, i manifestanti ce l'hanno con il governo e con la Coldiretti, associazione di settore vicinissima al governo Meloni. Alle spalle dei contadini arrabbiati, in un tentativo di sorpasso a destra della premier (e del sindacato agricolo), c'è infatti la Lega di Salvini. Che dà sostegno ideale alla causa e diffonde sui social gli slogan della protesta. Le elezioni europee sono dietro l'angolo: tocca posizionarsi e riempire ogni spazio, sfruttare ogni istanza, dal trumpismo ai trattori. E pazienza se c'è da ingoiare qualche scia chimica.