la lettera
Caro Canfora, da amico ti dico che sulla querela di Meloni sbagli nella forma e nel merito
Sarà un giudice, non il potere politico, a decidere se la dichiarazione incriminata ha varcato i limiti costituzionali della sacrosanta libertà di opinione: questo è il contrario del fascismo
Il 12 aprile del 2022 quando ancora non era sorto il governo Meloni, Luciano Canfora in un liceo di Bari avrebbe dichiarato: “Siccome è una neonazista nell’animo [Meloni] si è subito schierata con i neonazisti ucraini”. E’ scattata la querela da parte di Meloni, sono scattate le manifestazioni di solidarietà a Canfora in nome dell’antifascismo e della libertà costituzionale di opinione.
Sono amico di Luciano ed estimatore dello studioso Canfora. Questo non mi impedisce di dire a voce alta quello che penso sul merito e sulla forma.
Il merito. Tutti coloro che pensano che l’Ucraina abbia subìto una aggressione da parte della Russia putiniana sono neonazisti? Biden è neonazista? E’ neonazista la sinistra europea, compreso quasi tutto il Partito democratico, che si è schierata a favore dell’Ucraina? Naturalmente libero Canfora di pensare che anche il Partito democratico è neonazista. Perché non dirlo e soffermarsi solo sul neonazismo di Meloni?
La forma. Stando alle proteste, legittime per carità, la querela di Meloni sarebbe manifestazione di cultura fascista. A parte il fatto che la querela è stata fatta quando Meloni non era ancora presidente del Consiglio, c’è una bella differenza tra un appellarsi a un giudice indipendente (la tanto lodata magistratura) per valutare se nelle parole di Canfora c’è stata diffamazione e un attacco squadristico contro chi osa pensare diversamente dal potere costituito o il varo di una legge che vieta la libera manifestazione di una opinione.
Diversamente da quanto accadeva nell’Italia fascista e nella Russia comunista sarà un giudice, non il potere politico, a decidere se la dichiarazione di Canfora ha varcato i limiti costituzionali della sacrosanta libertà di opinione. E questo è il contrario del fascismo. La valutazione finale del giudice, qualunque essa sia, rientrerà nel solco della Costituzione e sarà indipendente dalle nostre opinioni, costituzionalmente tutte legittime, sul conflitto russo-ucraino.
Perciò, caro Luciano, i documenti di solidarietà mi sembrano mal formulati e non li firmo.