Roberto Saviano (foto LaPresse)

il caso

Saviano “censurato” dal regime? Sono stati i suoi editori a scegliere di non portarlo a Francoforte

Salvatore Merlo

Interrogati dal Foglio, Mondadori, Feltrinelli, Bompiani e Solferino rispondono tutti nello stesso modo: non l’abbiamo inserito. Il che significa che nessuno lo ha potuto depennare

Nessun editore italiano, nessuno tra quelli che lo pubblicano, ha inserito Roberto Saviano nella lista degli autori proposti per partecipare al Fiera del libro di Francoforte. Punto. Interrogati dal Foglio, Mondadori, Feltrinelli, Bompiani e Solferino rispondono tutti nello stesso modo: non l’abbiamo inserito. Il che significa che nessuno lo ha potuto depennare. Nessuna censura di regime. A differenza però di moltissimi altri grandi scrittori italiani che non sono stati inseriti in quella lista perché al momento della compilazione proprio come Saviano non avevano nuovi libri in catalogo, e a differenza di tutti gli scrittori come Paolo Giordano e Francesco Piccolo che stanno rifiutando l’invito a Francoforte in solidarietà con Saviano, ecco a differenza di loro Saviano ci sarà comunque a Francoforte perché invitato dai librai tedeschi. Lui sì, loro no.

La vicenda ha evidentemente un che di comico. Ma anche di furbo. Il solito gioco dei tre editori, ops, delle tre carte. E vale dunque la pena di ricordare che qui da noi più comodo di uno “scomodo” c’è solo il Papa. In Italia infatti s’intende per epurazione e per censura il particolare stato d’animo, emotivo e psicologico, che coinvolge chi denuncia di avere perso un palcoscenico e di conseguenza ne guadagna (di palcoscenici) altri due. D’altra parte Saviano, che era già l’unico censurato in Rai la cui trasmissione censurata va ora in onda, è adesso pure l’unico non invitato dagli editori italiani a Francoforte che però va comunque a Francoforte.

La grandissima fiera libraria tedesca, altrimenti detta Buchmesse, funziona così: gli editori segnalano alla Confindustria dell’editoria (Aie) e poi alla commissione governativa presieduta da Mauro Mazza gli autori che vogliono promuovere all’estero e i libri usciti o in uscita che vogliono vendere all’estero. Queste liste, cui la commissione aggiunge anche dei nomi,  vengono fatte con molto anticipo rispetto alla data della Fiera. Nello specifico le liste delle proposte degli editori sono state chiuse  il 31 luglio del 2023 mentre, com’è noto, la fiera inizia adesso, tra pochi mesi, ovvero il prossimo 16 ottobre. Una volta definite le proposte, queste vengono trasformate in una serie di incontri, presentazioni, dialoghi e dibattiti da una nota agenzia di organizzazione e comunicazione culturale che si chiama Ex Libris. Saviano, a luglio, mentre venivano compilate le proposte, non aveva ancora nemmeno firmato il contratto con la sua ultima casa editrice, Solferino. E il suo ultimo romanzo, edito con Bompiani, era di due anni fa. Sicché Saviano logicamente non è stato invitato a Francoforte dagli editori ma nemmeno dall’organizzazione, che tuttavia avrebbe potuto di sua spontanea iniziativa chiamarlo ma non lo ha fatto. Proprio come non l’ha fatto con molti altri importanti scrittori non proposti dagli editori, tra i quali Aldo Busi, Domenico Starnone, Ermanno Cavazzoni... e si potrebbe continuare a lungo nell’elenco di autori non invitati alla Buchmesse. Insomma è un po’ troppo comodo pensare di dover essere invitati dovunque perché ci si ritiene scomodi. E resta del tutto incomprensibile, se non forse ricorrendo alle categorie della psicoanalisi, come Saviano, che per giunta a Francoforte ci va, possa aver pronunciato  queste parole: “Mi aspettavo questa censura. Il governo teme gli intellettuali che raccontano una realtà diversa da quella che loro raccontano”.

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.