Summer Atac

A Roma ad agosto di pieno ci sono solo gli autobus (quando passano)

Gianluca De Rosa

Frotte di turiste alle fermate e stipati dentro le vetture. Tra lavori in corso e "orario estivo" nella capitale girare con il trasporto pubblico è ancora più difficile del solito

A volte può capitare di vederli così, assiepati sotto una pensilina. Sono i più fortunati. Altri, con cui la sorte è stata meno magnanima, sono accasciati sui marciapiedi, quasi genuflessi per ringraziare il diluvio che ieri almeno ha abbassato per qualche ora le temperature. Sono i turisti che osano venire a Roma a metà agosto. Gente senz’altro strana, ma che forse non meriterebbe di dover fare i conti, oltre che con il caldo,  con una città dove muoversi è impossibile. Anche se non c’è traffico, anche se la città è semichiusa per ferie. Non solo non ci sono  taxi, mezzi costosi e non alla portata di tutti, ma anche il trasporto pubblico di linea –  metro, tram e autobus – funziona ancor meno dell’ordinario mezzo servizio. Il risultato è che  in una Roma semi deserta c’è solo un posto dove si può avere la certezza di trovare un accenno di folla: dentro agli autobus di Atac o alle fermate più o meno scalcagnate del trasporto pubblico capitolino. Eppure l’ufficio stampa della municipalizzata assicura che rispetto all’orario estivo –  “che è ridotto come in qualsiasi altra grande città europea” – in questi giorni il servizio “è andato persino al di là di quello programmato”. E chissà se andava peggio. 


L’altra grande spiegazione delle difficoltà riguarda i lavori che sono stati programmati per il mese di agosto. Una a scelta comprensibile e quasi obbligata in vista del Giubileo che inizierà il prossimo dicembre e che porterà a Roma decine di milioni di turisti. E che però ha avuto l’effetto di chiudere per quasi un mese praticamente metà del sistema di trasporto su ferro della capitale. La questione principale riguarda la metro A, dove per lavori è chiusa integralmente dal 10 al 25 agosto la tratta Termini-Battistini, con sostituzione del servizio tramite bus. Cosa che rende davvero complicata la vita ai turisti, visto che è proprio in quella tratta che si trovano tutte le principali fermate del centro storico, da Repubblica a Flaminio. La chiusura della metro A poi riguarda tutta la linea dalle 21 in poi, ad esclusione del sabato e del venerdì. Non va meglio per i tram. La quasi totalità delle linee – 19, 3, 5, 8 –  è in manutenzione, sostituita, almeno in teoria, dai bus. Sulla presenza dei quali intanto continuano sui social le denunce di utenti che segnalano “bus fantasma”, ovvero autobus che risultano sull’app di Atac o su Google Maps ma che alla fermata non si vedono affatto, limitandosi a rimanere entità solo virtuali.

Le carenze del trasporto pubblico capitolino comunque non sono certo un problema stagionale. Lo dicono gli indicatori di soddisfazione dei cittadini: il dato medio della valutazione dei servizi di trasporto pubblico, con particolare riferimento ad autobus e tram, è sotto la sufficienza, 5,6 su una scala da 1 a 10, sotto persino alla soddisfazione per il servizio taxi (che si attesta mediamente a 6,3). E lo dicono pure i dati del bilancio di Atac relativi al 2023: la produzione chilometrica dell’azienda municipalizzata è crollata rispetto all’anno precedente del 7,8 per cento con 130 milioni di vettura/chilometro rispetto ai 141 del 2022. E pensare che l’obiettivo con il nuovo contratto di servizio – approvato dall’Assemblea capitolina fino al 2027 lo scorso ottobre in barba alle critiche e al ricorso dall’Antitrust –  fissa l’obiettivo a 160, anche grazie all’apertura delle due nuove stazioni della metro C (Amba Aradam e Colosseo). Nonostante le sanzioni milionarie pagate negli ultimi anni da Atac per il servizio non effettuato, nonostante i disservizi, la giunta capitolina comunque non ha sul punto alcuna intenzione di fare marcia indietro come chiede l’Antitrust. Aprire al mercato con gare divise per lotti come avviene a Londra e in diverse altre grandi capitale europee resta una chimera. Ad agosto a Roma intanto si sospira: “Ma il bus dov’è?”.

Di più su questi argomenti: