Zulfiqar Khan - foto Ansa

il caso

L'imam di Bologna espulso da Piantedosi per "integralismo, omofobia e radicalizzazione". Salvini: "Finalmente"

Nicolò Zambelli

Il ministro dell'Interno ha firmato il decreto di espulsione per Zulfiqar Khan, il religioso a capo della moschea di via Jacopo Di Paolo. Ad annunciarlo è l'avvocato che denuncia il ritorno a "uno stato di polizia". Soddisfazione da Lega e FdI. Ecco tutti i dettagli contenuti nei documenti

È stato espulso dall'Italia Zulfiqar Khan, l'imam della moschea di via Jacopo Di Paolo di Bologna. Ad annunciarlo è stato il suo avvocato, Francesco Murru, in una nota. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha firmato il decreto che allontana il religioso dal paese per motivi di sicurezza. Le motivazioni, contenute nel documento che il Foglio ha potuto visionare, sono molteplici e si rifanno in gran parte al suo sostegno verso l'organizzazione terroristica di Hamas, che sarebbe emerso durante i suoi sermoni, nelle occasioni di preghiera e nella retorica dei suoi interventi pubblici. Nel corso di quest'anno il religioso era entrato più volte in polemica con esponenti della Lega come il sottosegretario Alessandro Morelli e anche lo stesso vicepremier Matteo Salvini ne aveva chiesto l'espulsione. "Finalmente lo abbiamo rispedito a casa", è il commento di Salvini a poche ore dalla notizia.

Cosa c'è nel decreto di espulsione

Nel documento si legge che l'uomo "è emerso all'attenzione sotto il profilo della sicurezza dello stato, dall'autunno 2023" a causa del suo crescente "fanatismo ideologico e per la sua propensione verso posizioni radicali di matrice islamica". Il periodo coincide con gli attentati di Hamas verso Israele dello scorso 7 ottobre, di cui ieri si è commemorato l'anniversario, e l'inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Su queste posizioni, si legge sempre nel decreto, "il predetto ha più volte manifestato una visione integralista del concetto di jihad, arrivando a definirlo quale pilastro della religione islamica" e poi che "il medesimo ha esaltato il martirio e l'operato dei mujahidin nell'ambito dell'odierno conflitto israelo-palestinese, definendoli come martiri che hanno perso la vita e rivendicando il suo pieno sostegno all'organizzazione terroristica Hamas".
 

Il documento cita alcune occasioni nelle quali Zulfiqar Khan avrebbe espresso sostegno all'organizzazione terroristica di Gaza. In particolare: "In un video pubblicato sui social network nell'aprile 2024, lo straniero de quo ha rivolto un invito ai musulmani in Europa esortandoli a 'svegliare le menti dormienti delle genti' e concludendo il messaggio con la seguente affermazione 'se qualcuno mi dice a me: sei estremista islamico? Io dico sì, perché estremismo di stampo terroristico'". E ancora: "Nell'ambito di una intervista rilasciata a una trasmissione radiofonica italiana nel marzo 2024, il predetto ha nuovamente definito i miliziani dell'organizzazione terroristica Hamas quali martiri e liberatori e ha negato le violenze perpetrate dagli stessi nei confronti delle donne israeliane". Le carte poi citano i contatti e la rete di Kahn, emersa grazie a delle indagini più approfondite. In base a quanto si legge infatti, il religioso sarebbe "in contatto con cittadini stranieri emersi all'attenzione nell'ambito di attività investigative per la loro appartenenza agli ambienti dell'Islam ultra-radicale" e sarebbe poi emerso che egli stesso "è in grado di favoreggiare l'infiltrazione nel territorio bolognese organizzazioni politico-religiose e para-terroriste".
 

Oltre a questi motivi, il decreto firmato dal ministro Piantedosi gli contesta il suo "forte risentimento antioccidentale e antisemita" e la sua retorica omofoba e antifemminista". In base a quanto si legge l'imam avrebbe detto, durante un incontro pubblico, che "l'omosessualità è come 'una malattia da curare, che ogni musulmano ha il dovere di contrastare per evitare conseguenze catastrofiche, quali addirittura l'estinzione stessa del genere umano', reiterando un sentimento di ostilità verso le persone omosessuali manifestato anche in altre occasioni". E, riguardo alle donne, Kahn "ha sostenuto che non dovrebbe essere consentito loro di viaggiare o pernottare senza un accompagnatore o un membro della famiglia, esprimendo inoltre forte disapprovazione per i comportamenti delle donne occidentali, ritenute troppo emancipate".
 

Questi fatti, dunque, "per la loro gravità e per l'arco temporale in cui sono maturati, depongono per una totale mancanza di integrazione sociale e culturale e sono indicativi del rifiuto, da parte del cittadino pakistano de quo, dei valori portanti del paese ospitante" e per tanto hanno spinto il ministero a ordinare l'espulsione dell'uomo con "esecuzione immediata". Il decreto è datato lo scorso 4 ottobre, in base a ciò che prescrive Kahn non potrà rientrare in area Schengen per almeno dieci anni e sarà ritrasferito in Pakistan.
 

Ad annunciare l'espulsione, oggi, è stato l'avvocato di Kahn, Francesco Murru: "Spiace constatare che siamo tornati a uno stato di polizia e al perseguimento di presunti reati d’opinione. Dalla documentazione, infatti, si deduce che le motivazioni espresse dal ministro Matteo Piantedosi, sono totalmente generiche e prive di riscontri probatori. Per fortuna viviamo in uno stato di diritto nel quale la magistratura dovrà valutare la fondatezza di questo provvedimento", ha detto. Il provvedimento dovrà ora essere convalidato in tribunale e può essere impugnato davanti al Tar del Lazio.

Lo denunce e gli scontri pubblici con gli esponenti della Lega

L'espulsione dell'imam è solo l'ultimo atto di una vicenda che lo coinvolge da più tempo. Negli scorsi mesi il religioso ha avuto diversi scontri con alcuni esponenti di Lega e Fratelli d'Italia. Ad aprile il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli (Lega) ha pubblicato un video di Zulfiqar Khan nel quale lo si sente dire: "Dobbiamo ucciderli tutti, anche i più piccoli e le donne incinte". Lo stesso leader del Carroccio Matteo Salvini ha chiesto l'espulsione dell'uomo. A giugno, riprendendo un altro video, anche l'europarlamentare leghista Isabella Tovaglieri ha scritto, in un tweet: "Dal mio punto di vista, un predicatore del genere non dovrebbe poter mettere piedi in Italia... figurarsi insegnare cosa sia la 'verità' o la 'giustizia' in un luogo religioso". Polemiche che hanno coinvolto anche Marco Lisei e Sara Kelany, di Fratelli d'Italia. 
 


Come ha spiegato l'avvocato Murru, all'epoca, l'imam aveva denunciato per diffamazione chi aveva strumentalizzato le sue dichiarazioni. Denunce che sono arrivate, in risposta, anche al console onorario di Israele Marco Carrai. Una battaglia di carte bollate, che però è finita con l'espulsione dell'imam.
 

Oggi al Carroccio si festeggia. A cominciare da Matteo Salvini, che ha commentato: "Finalmente lo abbiamo rispedito a casa. Giusto così!". Anche in Fratelli d'Italia esprimono "soddisfazione" per l'espulsione dell'imam: "Avevamo segnalato con la nostra interrogazione al ministro dell'interno la pericolosità sociale di questo predicatore di odio, che per il tramite dei suoi sermoni, soprattutto dopo il 7 ottobre, aveva attaccato con inaccettabili insulti, gli ebrei, gli americani e tutto il mondo occidentale, rivendicando il sostegno ad Hamas", hanno detto i due parlamentari di FdI, Marco Lisei e Sara Kelany, responsabile Immigrazione del partito.