il rapporto fuffa
Le accuse di razzismo alla polizia italiana si basano sul nulla
Il Consiglio d’Europa accusa le forze dell'ordine di "profilazione razziale" non sulla base di statistiche o studi scientifici, ma di cento interviste fatte nel 2008 e di un rapporto in cui si afferma addirittura che in Italia ci sono “pogrom” contro i rom
Interviste risalenti al 2008 (cioè a sedici anni fa) a cento cittadini di etnia rom in cui questi ultimi lamentano di essere stati vittime di violenza da parte della polizia. Sembra incredibile ma è questo il fondamento dell’accusa rivolta alle forze dell’ordine italiane dalla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), facente parte del Consiglio d’Europa, che tanto ha fatto arrabbiare la premier Giorgia Meloni e “stupito” il presidente Sergio Mattarella. Il capo dello stato in una telefonata ha espresso al responsabile della Polizia, Vittorio Pisani, “stima e vicinanza” alle forze dell’ordine, accusate nel rapporto dell’Ecri di compiere “profilazione razziale” nel corso della loro attività, in particolare nei confronti dei rom e delle persone di origine africana. Ci si aspetterebbe che questa grave accusa si basasse su statistiche rigorose o studi scientifici, ma non è così.
Nel rapporto l’Ecri scrive che la sua delegazione, durante la visita in Italia, “è venuta a conoscenza di molte testimonianze sulla profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine in particolare verso la comunità rom e le persone di origine africana”. Il rapporto, tuttavia, non specifica quale sia il numero di queste testimonianze, il loro contenuto, e soprattutto la loro rilevanza statistica che permetterebbe di muovere un’accusa così grave alle forze dell’ordine italiane. Cosa significa “molte testimonianze”? Dieci? Cento? Mille? E quale sarebbe l’incidenza di queste denunce sul totale delle denunce mosse contro la polizia? Il rapporto non offre alcuna risposta a queste domande.
Per tentare di fornire una parvenza di credibilità alle sue affermazioni, l’Ecri nel suo rapporto aggiunge: “Queste testimonianze di frequenti fermi e controlli basati sull’origine etnica sono confermate anche dai rapporti delle organizzazioni della società civile e di altri organismi di monitoraggio internazionali specializzati”. Il testo cita alcune fonti a piè di pagina. E qui il rapporto rivela in maniera definitiva tutta la sua inconsistenza.
I “rapporti delle organizzazioni della società civile”, in realtà, sono soltanto uno ed è stato redatto nel 2022 dal Centro europeo per i diritti dei rom (Errc), un’organizzazione non governativa, guidata dai rom, volta a combattere il razzismo antizigano e le violazioni dei diritti umani nei confronti dei rom. Il rapporto va persino oltre quello dell’Ecri, accusando le forze dell’ordine italiane di praticare violenza e abusi nei confronti delle persone di etnia rom. Peccato che, anche in questo caso, le accuse risultino prive di prove a sostegno. L’unico riferimento che si fa è a una serie di interviste compiute dall’organizzazione nel 2008 nei confronti di circa cento rom, in cui questi ultimi lamentano di essere sempre più vittime della violenza degli agenti di polizia, che sarebbero soliti rivolgersi a loro con le frasi “zingari del cazzo”, “zingari di merda”, “vivete come i ratti”. Bastano cento interviste, risalenti a sedici anni fa, per accusare un’intera categoria di funzionari pubblici di lavorare sulla base di una “profilazione razziale”, se non addirittura violare i diritti dei rom? Evidentemente per la Commissione europea contro il razzismo del Consiglio d’Europa sì.
Proseguendo la lettura del rapporto della Commissione, si comprende anche quali sarebbero gli “organismi di monitoraggio internazionali specializzati” che avrebbero confermato le testimonianze sulla “profilazione razziale”. Anche in questo caso, in verità, viene citato soltanto un organismo, il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (Cerd). In questo caso vengono ricordati i rapporti del Cerd del 2023 e del 2017, che però si limitano anche loro a parlare di “numerose testimonianze di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine”, senza fornire alcuna statistica o dato preciso.
Insomma, gli unici numeri sulla presunta “profilazione razziale” compiuta dalla polizia italiana sono quelli forniti dal Centro europeo per i diritti dei rom con le sue misere cento interviste realizzate nel 2008. La stessa organizzazione, peraltro, afferma che l’Italia è stata addirittura sede di “pogrom” nei confronti dei rom, sempre nel 2008. Come sia possibile ritenere credibili le considerazioni di chi fa affermazioni simili è un mistero.
Insomma, la Commissione europea contro il razzismo del Consiglio d’Europa nel suo rapporto avanza accuse contro la polizia italiana che non risultano fondate su alcun elemento fattuale. Una grande balla, però dal peso politico e diplomatico non indifferente. Le istituzioni fanno bene a indignarsi. Gli organi di informazione dovrebbero almeno leggere questi rapporti prima di enfatizzarne il contenuto.