Pretesti, non proteste. Nel corteo per Ramy vandalizzata la sinagoga a Bologna
I cortei per il ragazzo morto durante un inseguimento dei carabinieri diventano la scusa per scontrarsi con la polizia. Da Roma a Bologna, dove la comunità ebraica parla di un "attacco mirato e programmato". Il Viminale: frange che "strumentalizzano ogni tema"
Da Roma a Bologna, si fa violenta la protesta per Ramy Elgaml, il 19enne di origine egiziana morto a Milano lo scorso 24 novembre durante un inseguimento dei carabinieri. Se la manifestazione milanese si è svolta in maniera pacifica, con la famiglia del ragazzo che continua a chiedere di non fare del loro dolore un pretesto per la violenza, le piazze di Roma e Bologna si sono subito trasformate in sassaiole contro la polizia. Nel quartiere romano di San Lorenzo, durante i tafferugli seguiti al corteo non autorizzato, sono stati lanciati alcuni petardi contro i mezzi delle forze dell'ordine e sono rimasti feriti otto agenti. Nella Capitale, scrive il Corriere, gli investigatori si concentrano su una trentina di personaggi già coinvolti e denunciati per tafferugli alla Sapienza durante le proteste pro Palestina. A Bologna due manifestanti sono stati denunciati e dieci agenti sono rimasti feriti. Qui, dice il questore Antonio Sbordone al Resto del Carlino, c'era una piccola componente di esponenti dei centri sociali, ma non sono stati loro a guidare la guerriglia urbana. "Il grosso era rappresentato da una folla di ragazzini, ‘maranza’ diciamo, molti di seconda generazione, che hanno sfogato la loro rabbia con atti di violenza immotivati"
Vandalizzata la sinagoga di Bologna
Nel capoluogo emiliano anche la sinagoga è stata vandalizzata, come denuncia il sindaco Matteo Lepore, che esprime "solidarietà alla comunità ebraica". Tuttavia, "più che di atti vandalici forse dobbiamo parlare di attacco mirato e programmato alla comunità ebraica bolognese", dice al Resto del Carlino il presidente della comunità, Daniele De Paz, che oggi parla anche al quotidiano Il Tempo. "È ovvio che se la firma è 'Giustizia per Gaza' c'è una matrice molto chiara dietro a questa espressione violenta". In via de' Gombruti, sul retro della sinagoga (l'ingresso principale è su via Mario Finzi dove staziona un Defender dell'esercito) sono apparse alcune scritte sul muro. Una recita "Nahel Ramy", e mette in correlazione il caso della morte del giovane milanese all'uccisione da parte della polizia di Nahel Merzouk, un giovane di 17 anni a Nanterre, nella banlieue parigina. Un caso che provocò violenti scontri in Francia. In altre si legge invece "Justice free Gaza" o "Nanterre Milano Gaza Justice".
Il questore di Bologna parla tuttavia di "una notte di violenza per la violenza”, soprattutto contro la polizia. "Il passaggio dalla sinagoga era finalizzato ad arrivare in questura, in quanto c’erano due fermati", dice il questore Sbordone. "Lì i manifestanti hanno divelto un piccolo cantiere stradale per fare una specie di barricata e ci sono stati dei lacrimogeni. La manifestazione non era nata come antisionista o antiebraica, ma come anti-polizia. Poi alcuni manifestanti sono passati davanti alla sinagoga ed è stata attaccata come è stato attaccato un po’ tutto”.
Secondo il presidente della comunità ebraica De Paz, invece, il corteo avrebbe potuto "optare per altre strade per arrivare in via D’Azeglio o in questura. Hanno scelto via de’ Gombruti perché lì c’è il portone di accesso agli uffici, alla segreteria, alla residenza di cittadini iscritti alla comunità". De Paz torna anche sulla scelta del sindaco Lepore di esporre una bandiera palestinese su Palazzo d'Accursio, che la comunità ebraica chiede sia rimossa. "Più ci si espone e più si rende difficile una distensione", dice De Paz. "Questa bandiera definisce e avalla una serie di risposte, di reazioni e di azioni nei confronti anche della comunità ebraica molto preoccupanti. E il rischio più grosso è che si perda il controllo di questo gesto".
L'aggressione alla sinagoga di Bologna "costituisce un fatto di estrema gravità che deve essere condannato da tutte le forze politiche e che segna una pericolosa escalation nel clima di violenza e antisemitismo crescente che si sta registrando in Italia", dichiara quindi il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami.
Le reazioni politiche
Gli scontri del fine settimana finiscono infatti anche per occupare l'agenda politica e rilanciano il ddl Sicurezza, approvato alla Camera e ora in commissione al Senato. Invocando anche una nuova norma che tuteli ancora di più gli agenti nell' esercizio delle proprie funzioni. Con il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, annuncia che chiederà "di far passare direttamente in Aula il disegno di legge sulla sicurezza" per superare così "l'ostruzionismo delle opposizioni in Commissione".
"Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza - scrive di buon mattino la presidente del Consiglio Giorgia Meloni - ieri sera a Roma abbiamo assistito all'ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo". Per Matteo Salvini è opera di "criminali rossi". E il Viminale snocciola i dati che fotografano una tendenza: nel 2024 ci sono state 12.302 manifestazioni (più 10 per cento) e 273 agenti feriti, con un incremento del 127 per cento in un anno. Secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, le violenze degli scorsi giorni dimostrano che ci sono frange che "strumentalizzano ogni tema [...] per seminare violenza", e che "sembrano partecipi di una strategia di ricerca dell’incidente allo scopo di creare elementi di destabilizzazione del quadro politico".
Il Pd, per voce della segretaria Elly Schlein, si unisce al coro di chi stigmatizza le aggressioni dei manifestanti, ma chiede alla destra di non strumentalizzarle.
"I gravi incidenti avvenuti venerdì a Torino, con l'assalto a un commissariato di Polizia, e ieri (sabato, ndr) a Roma, con otto agenti feriti dai soliti violenti di piazza, e le gravi devastazioni di Bologna, con danni al centro storico e addirittura una sinagoga assaltata, sono l'apice di un vortice di violenza e di antisemitismo cui assistiamo da ormai troppe settimane", afferma il senatore della Lega Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. "Sono mesi", rimarca Calderoli, "che a Milano ogni sabato manifestanti organizzati inneggiano con cori antisionisti contro gli ebrei, contro Israele e il popolo ebraico, contro personaggi simbolo della lotta all'antisemitismo come la senatrice Liliana Segre, più volte offesa e minacciata. Da dicembre - dal tragico episodio che ha portato al Corvetto alla morte del giovane Ramy, tragedia che addolora tutti - si sta utilizzando il pretesto di questo fatto di cronaca per mettere a ferro e fuoco Milano e altre città e soprattutto per insultare e poi aggredire le forze dell'ordine, con un crescendo di organizzazione e violenza che non può non inquietare".