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“La festa dei pendolari”

Dietro la maschera niente più Venezia: per il Carnevale la città è sommersa dai turisti

Francesco Gottardi

La città d’acqua sta facendo i conti con presenze da record, soprattutto per l’impatto dei visitatori giornalieri. Eppure il famoso contributo d’accesso non sarà in vigore fino ad aprile. “Errore incomprensibile”, dice Federalberghi. La replica del comune: “Siamo in fase sperimentale”

L’immagine che sta facendo il giro d’Italia arriva dal cuore della città. Ormai Rialto non sembra nemmeno più un ponte: semmai una vecchia quercia, fiaccata dal peso dei suoi brulicanti animaletti che traboccano da ogni parte. Mai come questa volta, giurano i veneziani. È il prezzo aggiornato del Carnevale 2025: salito a 175mila unità nella prima domenica della kermesse – erano un milione in tutto nell’intera edizione scorsa –, quando il corteo acqueo sul Canal Grande s’è acceso in tutte le sue forme e colori. E pensare che trent’anni fa erano state le remiere autoctone a lanciarlo, per sfuggire ai turisti nelle calli. Oggi, parata carioca in veste lagunare, i turisti l’assaltano da riva. Di spazi non ce ne sono più. “E per oltre due terzi si tratta di visitatori giornalieri, che portano più costi che benefici”, l’allarme delle associazioni di categoria. “Più che la festa di Venezia, il Carnevale è sempre più la festa del pendolare”.

 

 

La panoramica evidenzia un tessuto urbano in crescente sofferenza, e non è una novità. Ma proprio quando la città si sarebbe dotata di uno strumento di difesa demografica come il ticket d'ingresso – efficace? palliativo? si vedrà – ha deciso, nel periodo più affollato dell’anno, di non utilizzarlo. “Un errore incomprensibile”, dichiara al Foglio Claudio Scarpa, direttore di Federalberghi Venezia. “Al contrario il ticket avrebbe bisogno di essere applicato più spesso e per più categorie, specie in questi momenti. Evidentemente i numeri hanno sorpreso un po’ tutti: lo scorso weekend le strutture ricettive hanno registrato un tasso di occupazione del 90 per cento. Ora, nei giorni feriali, siamo al 65 ma il dato è in aumento e sopra la media”, nella speciale edizione dedicata al trecentesimo anniversario dalla nascita di Casanova. “E considerato che per ogni persona che dorme a Venezia ce ne sono più di due che transitano in giornata, l’impatto sulla viabilità è presto detto. Quest’anno il Carnevale cade pure tardi, finirà a marzo, portando con sé bel tempo e ulteriori scampagnate mordi e fuggi. L’attuale modalità del ticket crea un problema che pone delle riflessioni: è giusto esonerare dal pagamento i veneti, cioè la stragrande maggioranza dei giornalieri? Me lo domando anche nei confronti dei turisti pernottanti, sottoposti alla tassa di soggiorno e che poi si ritrovano in una bolgia del genere”.

Risponde direttamente Michele Zuin, assessore al Bilancio della giunta Brugnaro. “Siamo la prima amministrazione comunale ad aver attuato qualcosa di fattivo in materia, un esempio unico al mondo”, il parere dell’ex deputato di Forza Italia, tra gli artefici del contributo d’accesso per Venezia. “Ricordiamo che siamo ancora all’interno di una sperimentazione: va aggiustata e tarata man mano che l’applichiamo. Per quest’anno abbiamo aumentato il numero di giorni, da 29 a 54, aggiungendo il venerdì ai weekend”, e pure il prezzo del biglietto passerà da 5 a 10 euro in determinati casi. “Già lo scorso autunno avevamo programmato che la finestra del ticket sarebbe stata da fine aprile a metà luglio, confermando quanto stabilito per il 2024”. L’abbaglio carnevalesco si deve insomma al rigore burocratico. Cambiare in corsa, prima della fine del test pluriennale, non è nemmeno un’ipotesi. “È un scelta della giunta, criticabile o meno. Così com’è una scelta del sindaco, insieme alla regione, quella di non penalizzare i cittadini veneti”, dice poi Zuin, minimizzando sul resto. “Le immagini fanno scalpore, ma i flussi di questi giorni li abbiamo gestiti al meglio. Anche il trasporto pubblico ha retto. Non riscontriamo alcun problema Carnevale”.

Sembra il racconto da un altro pianeta. “Bisogna invece intervenire alla radice”, il monito di Federalberghi. “È tempo di un nuovo piano urbanistico per Venezia, fermando il traffico lagunare prima della città d’acqua: parcheggi in terraferma, Piazzale Roma in versione Ztl, stazione ferroviaria esterna contando sull’alta velocità che arriverà all’aeroporto di Tessera a partire dal 2026. Questo è l’unico modo per far respirare il centro storico, sgravando la pressione sul Canal Grande e tutelando la residenzialità anche durante i grandi picchi turistici”. Nel frattempo vige una regola non scritta: mentre impazzano le maschere, i veneziani si rinchiudono in casa o svernano in villeggiatura. Un bacaro ribelle va oltre: “Chiuso per ferie. Fuck Carnevale”. Spritz immolato alla causa.

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