Chi c'è dietro la morte del biologo Alessandro Coatti, ucciso e fatto a pezzi in Colombia

Maurizio Stefanini

I resti smembrati del 39enne italiano sono stati ritrovati all'interno di una valigia e di un sacco della spazzatura. Era arrivato il 3 aprile a Santa Marta, città nel nord-est del paese. La guerra civile e il narcotraffico hanno dato al paradiso archeologico e biologico anche un risvolto di inferno

Chi ha ucciso Alessandro Coatti? 39 anni il prossimo agosto, nato a Portomaggiore in provincia di Ferrara e cresciuto a Longastrino in provincia Ravenna, biologo molecolare con laurea alla Normale di Pisa e otto anni di esperienza presso la Royal Society of Biology di Londra, stava facendo un tour in Sud America in cui voleva affiancare la vacanza allo studio, e il 3 aprile era arrivato a Santa Marta: città nel nord-est della Colombia di 400.000 abitanti famosa per le sue spiagge e anche per essere stata il luogo dove morì Simón Bolívar, ma da cui prende il nome anche la Sierra Nevada de Santa Marta. Una montagna grande come il Veneto, che arriva a 5.775 metri di altezza e che, a soli 42 chilometri dal Mar dei Caraibi, è la montagna costiera più alta del mondo. Dichiarata dall’Unesco Riserva della Biosfera e Patrimonio dell’Umanità fin dal 1979, qui vivono 30.000 indigeni appartenenti alle quattro etnie arhuaco, kogui, wiwa y kankuamo: discendenti di quella civiltà Tairona cui si devono alcuni dei più famosi lavori di oreficeria dell’arte pre-colombiana. Ma oltre che per un archeologo e per un antropologo questo è un paradiso anche per un biologo, appunto per la sua immensa biodiversità. Secondo le autorità locali, Coatti voleva appunto recarsi al villaggio di Minca, situato sulla montagna e noto come la capitale ecologica della Sierra Nevada.

  

Purtroppo, le vicende della guerra civile e del narcotraffico hanno dato al paradiso archeologico, antropologico e biologico anche un risvolto di inferno, dove imperversano gruppi armati una delle cui terribili “firme” sarebbe appunto il fare a pezzi le proprie vittime. Appunto come è successo a Coatti, i cui resti sono stati rinvenuti domenica all'interno di una valigia in una zona boscosa sulla strada per lo stadio Sierra Nevada. La hanno trovata due bambini, e dentro c’erano le braccia e la testa. Dopo 48 ore, a diversi chilometri di distanza, nel fiume Manzanares, sono stati notati anche il busto e le gambe, avvolti in un sacco della spazzatura. Si pensa che il resto sarà fatto ritrovare in altre zone della città. Nell’ultimo anno sono stati 13 gli omicidi avvenuti nella regione con la stessa modalità, con i cadaveri squartati. Ma è la prima volta che viene ucciso un turista straniero.

  

Carlos Pinedo, sindaco di Santa Marta, ha annunciato una ricompensa di 50 milioni di pesos (circa 11.300 dollari) per informazioni sull'omicidio. “Questo crimine non rimarrà impunito. I criminali devono sapere che il crimine non ha posto a Santa Marta. Li perseguiremo finché non saranno assicurati alla giustizia”, ha dichiarato sul suo account X. “Siamo devastati nell'annunciare la morte del nostro ex collega Alessandro Coatti, assassinato in Colombia. Alessandro, noto come Ale, ha lavorato alla Rsb per otto anni. Ci mancherà profondamente. I nostri pensieri e i nostri migliori auguri vanno ai suoi amici e familiari”, ha commentato la Royal Society of Biology. Un lavoratore dell'ostello ha appunto raccontato che Coatti aveva “chiesto più volte informazioni sui percorsi per raggiungere Minca e se c'era la possibilità di studiare le specie della zona”. Ma il delitto Coatti coincide col sequestro di cinque lavoratori del Parco Tairona, con la sospensione dei colloqui di pace annunciati dal gruppo armato Autodefensas Conquistadoras de la Sierra (Acsn). Presente sul territorio dal 2021, l'Acsn si presenta come un'organizzazione politico-militare che adempie a un “mandato” con le comunità locali per proteggere l'ecosistema da altri gruppi armati: in particolare quelli di estrema sinistra, Eln e dissidenza delle Farc, ma anche i narcos. Però a sua volta è dedito ad attività criminali, traffica droga, e infierisce sulle comunità locali con estorsioni, omicidi e sparizioni, nonché traffico illegale di droga. Sono gli eredi di altre strutture che, per mezzo secolo, hanno dominato la zona attraverso la violenza e la paura.

  

Luis Fernando Trejos, analista e ricercatore presso l'Universidad del Norte, ha spiegato che lo smembramento "è uno dei repertori di violenza che l'Acsn e l'Egc (Esercito Gaitanista Colombiano) utilizzano nella guerra che conducono da anni per il controllo della città di Santa Marta e della Strada Principale dei Caraibi”. La novità è che il corpo è stato lasciato in città e non nella sua area rurale, ma questo tipo di violenza “cerca di inviare messaggi alla comunità o ai concorrenti armati che questa è la punizione che riceve chiunque violi una norma stabilita da un attore armato”.

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