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Cosa non torna nei numeri del cyber-spionaggio dei fratelli Occhionero

Alberto Brambilla

O Draghi e Renzi sono dei fannulloni oppure qualcosa non torna nella "massa" di dati hackerati

Roma. La storia spionistica impazza su tutti i media, ed è molto nota. Il 10 gennaio la Polizia ha arrestato due fratelli di nazionalità italiana per avere hackerato le e-mail di notabili politici come il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, e l'ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, oltre a esponenti di spicco del Grande Oriente d'Italia, un'obbedienza massonica riconosciuta e con oltre duecento anni di storia. 

 

Per questo è stato ordinato l'arresto di Giulio Occhionero, 45 anni, probabile esperto di sicurezza informatica e già capo della loggia massonica romana "Paolo Ungari - Nicola Ricciotti Pensiero e Azione", e la sorella Franca Maria Occhionero, 48 anni, residenti a Londra, per avere rubato dati segreti attraverso metodi illegali.

 

La storia è affascinante e ha anche ramificazioni estere e punta fino in Grecia attraverso rifugi fiscali esotici. Tuttavia qualcosa non torna nei numeri dell'hackeraggio. Al punto che la faccenda rischia di perdere rilevanza.

  
Secondo la Polizia Postale che ha denunciato i fatti – il direttore Franco Di Legami è stato sostituito per ordine del Capo della polizia, Franco Gabrielli per non avere comunicato con anticipo la scoperta – sarebbero circa 18 mila le persone controllate per cinque anni con una massa di e-mail pari a 86 gigabyte. Sembra un peso ridicolo. Significa 900 kilobyte all’anno per utente e contando che un carattere, per esempio "a", pesa 1 byte, come la parola "ciao" ne pesa quattro.

 

Tenuto conto che una mail vuota con il solo destinatario ha un peso di circa 15kb, significa che ogni utente ha spedito in un anno 60 mail vuote ( 900kilobyte/15kb) per un totale di 300 mail vuote in 5 anni. Sono ovviamente esempi per dare le dimensioni e i numeri, senza contare gli allegati, le firme in calce, con poche virgole e magari pochissimi saluti.*

 

I casi dunque sono tre. O personalità politiche ai massimi livelli come Draghi e Renzi (il quale peraltro invia corpose newsletter e teneva i rapporti con la sua squadra per via telematica) hanno lavorato pochissimo. E di questo sinceramente c'è da dubitare. O i conti non tornano (usciranno altri dati o questa storia è stata molto sopravvalutata?). Oppure ancora la Polizia postale ha commesso un errore e ha calcolato il "peso" delle e-mail "esche" che non contano nulla e non di quelle realmente rubate.

Non significa che non sia stato fatto un tentativo di hackeraggio ma che può essere molto più soft di quanto si racconta.

 


 

* Il paragrafo è diverso rispetto alla versione originale dell'articolo pubblicata il 12 gennaio. Un lettore, Luciano Avogadri, ci ha fatto notare una inesattezza, abbiamo rifatto i calcoli sperando di essere stati più chiari. Il risultato non cambia. Lo ringraziamo. 

  • Alberto Brambilla
  • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.