I No Tap non li ferma neppure il Consiglio di Stato
Questa mattina circa 300 manifestanti hanno tentato di nuovo di bloccare l'espianto degli ulivi e ci sono stati momenti di tensione con le forze dell'ordine. Per Emiliano non è Nimby, "basterebbe spostare l'approdo a Squinzano"
Nella tensione generale dovuta ad un nuovo tentativo di blocco del cantiere, sono ripresi questa mattina i lavori del gasdotto Tap a Melendugno.
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso della Regione Puglia e del Comune di Melendugno contro la sentenza del Tar sul Trans Adriatic Pipeline, è arrivata questa mattina anche una nota del ministero dell'Ambiente. Chiamato in causa la scorsa settimana dalla Prefettura di Lecce, il ministero ha chiarito con una lettera che l'operazione di espianto dei 211 ulivi è legittima. Gli alberi saranno infatti ripiantati non appena terminata la posa del tubo, che approderà a Melendugno dall'Azerbaigian, attraversando Geogia, Turchia e Grecia per approvvigionare l'Europa di gas.
A tentare nuovamente di bloccare l'avvio dei lavori questa volta erano circa 300 manifestanti, attivisti del movimento "No Tap" - cittadini e politici locali - che hanno presidiato il cantiere dall'alba. Verso le 7,30 i lavoratori del cantiere sono comunque riusciti ad entrare tra le urla e le proteste con l'intervento della polizia, che staziona nella zona del cantiere con una decina di mezzi.
Nel corso della mattinata sono stati diversi i momenti di alta tensione tra la polizia e i manifestanti. Secondo l'AdnKronos la polizia ha liberato le vie di accesso spostando di peso le persone e avanzando con scudi protettivi, dopo gli inviti inascoltati a non ostacolare le operazioni. È stata poi ripristinata la calma anche se il presidio rimane e non c'è intenzione da parte dei
manifestanti di rimuovere il blocco.
"Il dispiegamento di forze sproporzionato che è presente sul territorio in questo momento è stato un modo per dimostrare che si le opere si fanno anche passando sulla testa della popolazione" ha detto il sindaco di Melendugno su RaiNews24.
"Non c'è nessun effetto Nimby - ha spiegato invece il governatore della Puglia Michele Emiliano, ospite di RaiNews24 - tutti o quasi riconoscono l'utilità dell'opera. Spostare l'approdo nei luoghi indicati dalle istituzioni locali avrebbe risolto il problema, ma il governo non ha voluto concedere questa vittoria politica alla Regione Puglia. A San Foca si stanno confrontando non i manganelli della polizia e le fasce tricolori dei sindaci, ma due diverse concezioni della politica. L'una servile rispetto agli interessi dei grandi gruppi economici e dura e severissima con i diritti dei cittadini. L'altra, basata sulla connessione tra istituzioni e popolo a tutela dell'ambiente e della bellezza".
L'approdo alternativo a cui si riferisce Emiliano è più a nord, nell'area del comune di Squinzano, che ha dato il suo consenso ad utilizzare il proprio territorio per accogliere il rigassificatore.
Il governatore della Puglia ha poi spiegato che la Regione porterà avanti la battaglia legale in tutte le sedi possibili. "Ieri abbiamo dovuto incassare una pesante sconfitta giudiziaria da parte del Consiglio di Stato. Pende ancora davanti alla Corte Costituzionale il ricorso per conflitto di attribuzione proposto dalla Regione Puglia nei confronti del Governo per non aver dato neanche una risposta alla Regione sulla richiesta di revoca dell'autorizzazione unica, per non averla coinvolta sin dal momento della presentazione del progetto da parte di Tap. In attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, che ove accogliesse le nostre richieste ci consentirebbe di ridiscutere l'approdo Tap, abbiamo deciso di impugnare la nota di ieri del ministero dell'Ambiente che "autorizza" Tap ad effettuare le attività preparatorie alla effettiva fase di inizio dei lavori. La Regione Puglia si riserva ogni ulteriore eventuale iniziativa giudiziaria finalizzata alla modifica del punto di approdo. Aggiungo - ha concluso Emiliano - infine che un'ulteriore battaglia si sta svolgendo a livello nazionale in sede di Via per l'esame del progetto di microtunnel. In quella sede vigileremo con grande determinazione per ottenere lo spostamento dell'approdo nell'area del comune di Squinzano da noi indicata".
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