La lobby dei tassisti debutta a Bruxelles
Dagli scioperi nazionali alla mediazione politica in Europa. Come si stanno organizzando i tassisti per combatter Uber e simili
La protesta contro Uber sembra non avere confini. Oggi è stato il turno dei tassisti spagnoli, che hanno scioperato e manifestato in diverse città del paese contro l'azienda delle berline a noleggio. La categoria spagnola lamenta la concorrenza sleale e il mancato pagamento delle tasse degli autisti Uber, e questa non è l'unica affinità con l'Italia. Anche in Spagna è stato vietato dai tribunali Uber Pop, il servizio di Uber che permette a chiunque di offrire un passaggio a pagamento, e dopo uno stop delle attività l'azienda è tornata nel paese con il solo servizio di Uber “professionale”, quindi con gli autisti provvisti di licenza. Da un anno ormai Uber opera regolarmente in diverse città della Spagna e se in un primo momento i tassisti avevano apprezzato il nuovo requisito delle licenze introdotto dai giudici, ora hanno cambiato idea.
Insomma i tassisti spagnoli e italiani hanno diverse cose in comune e devono averlo scoperto anche loro, visto che hanno unito le forze per fare lobby a Bruxelles. Le due principali sigle nazionali, la spagnola Fedetaxi e l’italiana Uri, insieme ai cugini del Portogallo Antral, hanno fondato la Taxi Europe Alliance (Tea), un'associazione di categoria che rappresenta più di centomila tassisti, secondo quanto detto oggi nella conferenza stampa di presentazione. Così alla lunga lista di categorie professionali che ruotano intorno ai politici europei si aggiunge anche quella dei tassisti. Il fatto che finora non ne avessero avuto bisogno, oltre a essere singolare, sembra la prova che i nuovi servizi di mobilità condivisa (non solo Uber) stanno davvero rivoluzionando il mondo dei trasporti.
L'appello lanciato oggi è quello di raggiungere un quadro europeo comune che regoli in tutti gli stati i nuovi servizi come Uber e una delle prime azioni in programma è presentare uno statuto comune per tutti i tassisti europei. Lo scopo della Tea sarà quello di difendere il settore contro la “competizione iniqua”, incoraggiando i politici europei “a combattere contro i servizi del trasporto che si sono affermati come parte di un'economia collaborativa, ma che evitano di pagare le tasse e hanno un impatto negativo sull'occupazione legale e sulla mobilità”. Una presentazione che non lascia equivoci e che sottolinea come la presenza della lobby a Bruxelles non è solo finalizzata a tutelare “i suoi” ma anche ad attaccare “i nuovi”.
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