Annette Edwards con il coniglio Simon

Altro che Alitalia, è la United Airlines ad avere problemi seri di sfiga

Manuel Peruzzo

Dopo lo scandalo dei leggings, quello dell'overbooking e dello scorpione nella cappelliera, l'ultimo scandalo ha del definitivo: è morto un coniglio a bordo

Alitalia crede di avere problemi ma non ha idea di quello che deve fronteggiare la United Airlines: l'oscuro, l'esoterico, il malocchio. La chiameremo l'anatema dei leggings. È quella che ha colpito la United Airlines dal giorno sventurato in cui ha impedito a due teenager di volare col pass aziendale dei parenti poiché non rispettavano il dresscode. I leggings aderenti avrebbero certamente turbato i passeggeri e squalificato per sempre l’immagine della compagnia mostrando due chiappe sode di troppo, ma ciò che è successo dopo è stato persino peggio. Non solo tutti si sono schierati con le due teenager, stigmatizzando la compagnia talebana avversa alla libertà dei costumi, ma poco tempo più tardi è accaduto l’irreparabile: il video virale di un uomo di mezza età, asiatico (America first?) che viene rimorchiato a forza fuori dall’aereo tra le urla dei passeggeri. Trascinato per le braccia e con la pancia di fuori (non quella del paese, quella che va risarcita).

 

Quella di vendere più biglietti di quanti sono i posti disponibili su un aereo è una prassi comune tra le compagnie per tutelarsi dai posti vacanti. Nei rari casi in cui tutti i passeggeri si presentano all’imbarco la compagnia li dissuade con nuovi voli e pernottamenti spesati in hotel di lusso. L’uomo, anzi la vittima, era un medico che doveva tornare urgentemente al lavoro il mattino successivo e ha rifiutato l'offerta, convinto di poterlo fare. Una frattura al naso, due denti rotti, la bufera mediatica, i video su YouTube, e ha capito che non glielo stavano chiedendo.

 

Lo hanno chiamato “overbooking” (succede anche alle fashion week: le urla dei giornalisti di moda quando non trovano il posto assegnato non sono meno raccapriccianti) ma in realtà era più “Ecco il video dell’uomo che riceverà il risarcimento più alto dalla compagnia quest’anno”. Jimmy Kimmel, il più irriverente host dei late night americani, ne ha realizzato uno spot verosimile per riassumere la faccenda: “Fate quello che vi chiediamo, quando ve lo diciamo, e non ci saranno problemi, tutto chiaro?”. 

 

Poco dopo un uomo è stato punto da uno scorpione caduto da una cappelliera di ritorno da una vacanza. Anche lì, occhio nel ciclone, bufera social, gli avvocati si fregano le mani. Ora è successa la cosa peggiore di tutte: dopo i maltrattamenti agli umani i maltrattamenti agli animali. Il titolo del Corriere della Sera sembra un racconto breve di Edgar Allan Poe o di Stephen King: “La misteriosa morte del coniglio Simon nella stiva”. Passi la violenza sugli asiatici, ma coi coniglietti si sono giocati tutto.

 

Simon è un coniglio gigante continentale. Il Sun scrive che questi conigli sono passati dall'essere allevati per la pelliccia all'essere animali da intrattenimento secondario: possono essere allenati e se li chiami ti riconoscono. Ad accompagnare Simon nel viaggio da Londra agli Stati Uniti c’era la sua allevatrice, Annette Edwards, ex coniglietta di Playboy che ha mantenuto la passione per l’articolo. Prima di imbarcarlo lo aveva precauzionalmente fatto visitare a un dottore che ne aveva stabilito l’ottima salute. Nessuno poteva immaginare la fine ingloriosa: deceduto nella stiva di un Boeing 767 della United Airlines; neanche una economy. Forse asfissia, paura dei rumori o dell’abbandono, crepacuore, malinconia. Sicuramente sfiga.

 

La compagnia si dice dispiaciuta e assicura che la sicurezza e il benessere di tutti i viaggiatori sono al primo posto della United Airlines e del suo PetSafe team. Ci mancherebbe. L’allevatrice vuole sapere la verità: "Ho inviato conigli in tutto il mondo e niente di simile è successo prima. Il cliente che ha acquistato Simon è molto famoso. Ed è sconvolto". Famoso e sconvolto: gli avvocati e la compagnia assicurativa prendano nota. 

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