Chi è Hosni, l'assalitore di Milano passato in un mese da donne e droga alla fascinazione per l'isis
Precedenti per spaccio e una famiglia violenta. Sul suo profilo Facebook la passione per la gang latina più pericolosa. Poi i video islamisti. Alcune immagini
Sul suo profilo Fb, tra foto in pose da “coatto” e cappellini da baseball, sembrava soprattutto attratto dall’immaginario “mediatico” dei gangster sudamericani: motori potenti, donne scosciate, droga, tatuaggi. Poi dal 24 settembre 2016 inizia a postare video diversi. Il primo è un “nasheed”, un canto inneggiante ai martiri dello Stato islamico. Il commento in arabo che accompagna le immagini: "Il più bell'inno dell'Isis che abbia mai sentito in vita mia".
Ismail Tommaso Ben Youssef Hosni ha 20 anni, è nato a Milano da madre pugliese e padre tunisino. Ieri sera intorno alle 20, in stazione Centrale a Milano, ha aggredito con un coltello due militari dell'esercito in servizio per l'operazione "Strade Sicure" e un poliziotto della ferroviaria. L’agente della Polfer ferito lo conosceva di vista perché Hosni frequenta la zona della stazione e proprio lì, nel dicembre scorso, era stato arrestato per spaccio. “È una sorta di nomade che viveva in un’auto", dice il questore, e viene "da una famiglia difficile". Il padre sarebbe stato arrestato per stupro, danneggiamenti, furto e ricettazione; la madre ha una condanna a 8 anni per violenza privata, maltrattamenti e atti sessuali con minori, scontata tra 1999 e 2006.
Il nominativo di Ismail Hosni non c’era fra quelli dei radicalizzati e aspiranti terroristi in possesso di Digos e Nucleo informativo dei carabinieri. Ma se la questura in un primo momento aveva escluso l'ipotesi terrorismo, ora la radicalizzazione appare più plausibile: il ventenne aveva iniziato a farsi crescere la barba e a postare video di propaganda jihadista sul suo profilo Facebook, sul quale prima dell’autunno 2016 condivideva videoclip di musica rap che esaltano le gesta della gang latina Mara Salvatrucha, una banda criminale nata a Los Angeles e che ha preso piede a Milano – in particolare la cellula che proviene dal Salvador, tra le più violente. Un bel reportage di Roberto Valencia per El Faro, sito d’informazione salvadoregno, raccontava l’anno scorso come alcuni campi da pallacanestro e aree verdi a pochi metri dalla stazione Centrale di Milano fossero stati per anni il punto di ritrovo degli affiliati ad una delle due gang principali che hanno iniziato a preoccupare la polizia italiana.
"Sono solo e abbandonato", avrebbe detto Hosni agli investigatori dopo l’arresto. Può sembrare una scusa infantile, ma il suo è il profilo perfetto per radicalizzarsi.
Nel link qui sotto alcune foto pubblicate sul profilo Fb di Hosni, ora chiuso dagli inquirenti
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