Maria Furtwängler

La miliardaria della ong tedesca

Giulio Meotti

Dietro c’è Furtwängler-Burda, l’attrice che vuole “una società equa”

Roma. E’ tante cose Maria Furtwängler: medico, pasionaria, attrice, nipote di rango, salonnière e, come aveva rivelato già la Frankfurter Allgemeine Zeitung nel giugno del 2016, testimonial e finanziatrice della ong Jugend Rettet e della loro nave Iuventa. E’ il gruppo di volontari tedeschi che non ha firmato il Codice di condotta italiano sui migranti. Maria Furtwängler, che si definisce prima di tutto “una femminista”, ha elogiato l’“idealismo” di quel gruppo di studenti delle famiglie ricche della Germania che sfida ogni regola (e forse legge) nel Mediterraneo per salvare migranti.

  

Secondo molti sondaggi, Maria Furtwängler è l’“attrice più popolare in Germania”, oltre che la pronipote di Wilhelm Furtwängler, uno dei giganti della musica classica del XX secolo, “denazificato” dopo la guerra per i legami con il Terzo Reich. Una grande dinastia di archeologi, registi, attori (Maria è una delle commissarie più amate della serie “Tatort”). Nel 1991 il matrimonio di Maria con Hubert Burda, il magnate dell’editoria tedesca con 261 periodici e una presenza egemonica nel digitale, oltre che uno degli uomini più ricchi di Germania (anche lui in famiglia ha avuto non pochi legami con il nazismo via Franz Burda, il padre di Hubert, che disse di non avere “dipendenti ebrei”). Laureata in Medicina con una tesi sull’aborto, Maria si dedica alla recitazione. E all’impegno umanitario. E agli appelli, come “la povertà è sessista”, lettera aperta a Angela Merkel a fare di più, sempre di più, per il Terzo mondo, firmata da celebrities come Meryl Streep e la executive di Facebook Sheryl Sandberg.

  

Con la sua Fondazione Malisa, l’attrice dice di perseguire “una società equa”. La famiglia Furtwängler-Burda è impegnata molto nel dibattito sui migranti, avendo creato la Fondazione tedesca per l’integrazione assieme all’Associazione tedesca degli editori (Vdz), che ha preso forza con il dibattito sul “caso Sarrazin”, dal nome del banchiere centrale che cinque anni fa sconvolse il dibattito con il libro “La Germania abolisce se stessa”, in cui il politico socialdemocratico si scagliò contro un “futuro islamico” per la Germania determinato dal crescente numero di immigrati. L’obiettivo della Fondazione finanziata da Burda è “la nascita di una nuova immagine della società senza pregiudizi”, con focus sul “razzismo quotidiano”, e progetti sociali di inserimento dei migranti. Compresi gli stage per migranti nelle redazioni del gruppo Hubert Burda Media.

  

Maria e il marito Hubert sono protagonisti dei più bei party al World Economic Forum di Davos. Alle loro serate nello chalet di St. Moritz è facile trovare il magnate dell’acciaio Lakshimi Mittal, Arianna Huffington (Burda ne pubblica la versione tedesca), il banchiere e premio Nobel Muhammad Yunus. E poi ministri, finanzieri e industriali (anche italiani), scrittori blasonati, come Paulo Coelho. La passione per i salotti Maria l’ha ereditata dalla nonna, la politica nonché editrice Katharina von Kardorff-Oheimb, che a Weimar ospitava il più importante salotto del tempo.

  

Assieme ai film e alle serie tv, Maria Furtwängler ha fatto dell’attivismo umanitario una professione, presiedendo fondazioni, iniziative benefiche, intervenendo spesso nella crisi dei migranti in Germania, in una specie di grande set cinematografico della coscienza infelice dell’occidente, di cui è espressione la nave Iuventa il cui motto è: “Fuck Irmcc” (il centro di coordinamento italiano). Perché l’importante, come ripete Furtwängler, è “lenire le sofferenze”. Espiando così anche un po’ di senso di colpa e di ricchezza.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.